Violenza, volgarità e ideologia faziosa: Sanremo inadatto ai minori. Sono indignata. Lettera

Inviato da Maria Paola Cavallini – Come persona prima, come cittadina ed insegnante poi, scrivo per esprimere la mia indignazione sulla conduzione e svolgimento del Festival di Sanremo 2023, in onda sul canale nazionale e finanziato con soldi pubblici.
Intendo con questo prendere le distanze e dichiarare il mio dissenso per aver assistito a manifestazioni di violenza, volgarità, riferimenti sessuali ed ideologici fazionari, permessi e trasmessi, nei quali non mi riconosco e tantomeno mi sono sentita rappresentata.
Sento personalmente di aver superato il limite e dover comunicare di essermi sentita profanata nel mio spazio intimo e abitativo. Attraverso la TV sono entrati in casa mia contenuti ed immagini che non mi sarei nemmeno lontanamente sognata potessero provenire da uno spettacolo musicale, anche se di basso livello, ahimè, oramai!
Ritengo infatti che la divulgazione di ideologie di parte e la promozione di indottrinamenti afferenti a specifiche fazioni debbano essere fatti in luoghi a questo preposti e attraverso canali appositamente loro dedicati. Ho trovato, inoltre, le azioni a carattere sessuale un fatto oltre che increscioso, anche disgustoso e non perché si mimava un amplesso omosessuale, ma perché il buon senso e il pudore civico ci richiamano ad un codice di comportamento, in pubblico e ancora più attraverso un così potente mezzo mediatico, di decenza e senso del pudore, a protezione della sfera intima e personale.
Sono molto risentita per aver permesso e finanziato, mio malgrado e a mia insaputa, uno spettacolo che ho trovato volgare e non attinente alla sua missione originale: il festival della musica. Con rammarico constato che quello che doveva essere la festa della musica, è diventata una passerella di opinionisti di parte, cui è permesso influenzare le ideologie e la morale di milioni di persone, banalizzando, o peggio, asfaltando la morale, l’etica e la sensibilità di milioni di altre.
Inutile dire come abbia trovato quest’ultima edizione del Festival di Sanremo inadatta e inappropriata ad una eventuale visione da parte di minori, la cui vulnerabilità ha bisogno di essere protetta ed educata nell’ambito della famiglia, ma anche non esposta, da parte dello Stato, a contenuti di indottrinamenti preconfezionati.
Confesso infine il mio imbarazzo e incapacità a dover commentare, contestualizzare e spiegare ai miei studenti, quando tornerò in classe, perché se uno di loro sciupa un arredo della scuola viene segnalato alla famiglia ed eventualmente punito, mentre un cantante su un palcoscenico può permettersi di distruggere una meraviglia della natura (verso la quale stiamo cercando di educare i nostri ragazzi a sviluppare un senso di ammirazione e rispetto…) senza che ci sia un posizionamento ufficiale, immediato ed efficace, di deprecazione del gesto. Prossimamente porterò una mia terza media in gita alla Scala di Milano e mi chiedo: nel caso uno dei ragazzi non sentisse bene l’audio, gli sarà permesso di sfogare la propria frustrazione prendendo a calci le sedie o tagliando i velluti?
Concludo invitando la televisione di Stato ad assumersi la responsabilità per non avere vigilato sufficientemente ed aver invece esposto utenti indifesi a subire in modo indiscriminato la violazione dei propri domicili e la invito a ritornare ad una maggior sobrietà, eleganza, decenza e attinenza nei propri programmi.
NON IN NOME MIO NÉ CON I MIEI SOLDI