Pene esemplari per chi picchia gli insegnanti, inizia al Senato la discussione sul disegno di legge

Dopo l’approvazione alla Camera, inizia al Senato l’iter della conversione in legge del provvedimento, presentato da Rossano Sasso, deputato della Lega, mirato a inasprire le pene per chi commette atti di violenza nei confronti del personale scolastico.
La proposta è stata incardinata in commissione Istruzione al Senato, come segnalato dal senatore Roberto Marti, presidente della commissione Cultura di Palazzo Madama.
Il disegno di legge propone un incremento significativo delle pene detentive: dagli attuali cinque anni per aggressione, a sette anni e mezzo, e da tre a quattro anni e mezzo per oltraggio. Questo inasprimento delle sanzioni rispecchia una risposta diretta ai crescenti episodi di violenza che non solo violano i diritti del personale aggredito, ma minano anche la vita collettiva scolastica.
Importante sottolineare che la legge non tutelerà solo gli insegnanti, ma si estenderà a tutto il personale scolastico, inclusi dirigenti scolastico e personale Ata. Oltre alle misure punitive, la legge prevede anche percorsi formativi di sensibilizzazione e la costituzione di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico. Tale organo avrà il compito di segnalare casi di violenza, proporre iniziative e redigere report annuali sul fenomeno.
In aggiunta, la legge mira a istituire la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico, da celebrarsi ogni anno il 15 dicembre.
TESTO
Ricordiamo inoltre che sul tema anche Orizzonte Scuola è stata audita alla Camera, con il nostro direttore Eleonora Fortunato, che ha spiegato, come “la scuola è un ambiente naturale per sperimentare l’approccio riparativo della giustizia. Grazie al suo ruolo educativo, la scuola può diventare uno spazio in cui si pratica l’ascolto, la comprensione delle esperienze altrui e la ricerca di accordi per il futuro. L’adozione del paradigma riparativo consente di trovare risposte che promuovono la riparazione del legame sociale violato, responsabilizzando gli individui e gestendo le conseguenze distruttive del conflitto nell’ambito dell’”Educazione civica e alla convivenza civile’”.