Violenza a scuola, un preside: “Prevenire aggressioni con dialogo e inclusione. Paghiamo gli effetti della pandemia”
“C’è sempre meno dialogo, meno inclusione, si perde un po’ la speranza e questo rischia di convogliare verso diverbi violenti o anche aggressioni. Segnali così ce ne sono un po’ dappertutto, anche da noi”.
Lo dice il dirigente scolastico dell’istituto d’istruzione superiore Padovano-Corinaldesi di Senigallia Simone Ceresoni, intervistato da La Voce Misena.
Il preside prova ad individuare le cause di tale situazione: “Sostanzialmente i modelli culturali che la fanno da padrone oggi. Innanzitutto quello del profitto, del guadagno facile, il pensare che il dio denaro sia quello che muove tutto secondo una logica del tutto subito e tutto facile. Ma siccome il “tutto qui e ora” non c’è, ecco che si scardidano le interconnessioni di dialogo che possono prevenire la violenza. Altro tema è l’individualismo esasperato anche da una digitalizzazione estrema, per cui si pensa di essere soli davanti alle difficoltà, senza cuscinetti di relazioni, di aiuto, di interscambio, per cui si preferisce la via della violenza a quella del dialogo, del recupero, della speranza“.
Secondo il dirigente scolastico, le difficoltà vengono “manifestate attraverso il bullismo, si prende di mira il più fragile, ci si aggrega per colpire, ci si vede meno per la convivialità e più per la sfida, per l’esaltazione”.
“E poi c’è la dispersione scolastica – prosegue – : aumenta la percentuale di chi abbandona la scuola, pur essendo ancora nella fascia dell’obbligo scolastico, ma al contempo non lavora. Molto spesso rimane a casa, solo col proprio smartphone, e quindi la sfida è data da una grande potenza digitale, fisica, di velocità , di prestazioni, ma gestita con strumenti estremamente fragili come l’incapacità di gestire le proprie emozioni, un’incapacità di leggere e scegliere tra bene e male. Paradossalmente però le famiglie ci sono, i genitori li trovi, pur nelle difficoltà economiche o socio-culturali”.
Per tal motivo, il ruolo della scuola può essere decisivo: “La scuola torna a essere un elemento centrale, come lo è stata nel periodo covid, un presidio. Grazie ai fondi pnrr le scuole stanno mettendo in piedi strumenti di sostegno e mutuo aiuto per intercettare le fragilità. Se la scuola è attenta, alcuni segnali di malessere possono essere captati prima che sfocino in episodi di bullismo, di violenza, di femminicidio”.
A proposito di covid. Seco il dirigente scolastico, “in questo momento stiamo pagando gli effetti immediati della pandemia. Ne siamo usciti come si poteva con tutte le criticità, ma oggi le generazioni che sono state a casa per uno o due anni scolastici stanno dimostrando gli effetti negativi di quella decisione che era urgente prendere. Non è in discussione quella misura, ma ecco il prezzo da pagare, tra alta dispersione scolastica, aggressività per mancanza di capacità nel dialogare, frustrazione molto elevata”.