Vincolo quinquennale, non serve alla continuità didattica se poi i docenti cambiano classe ogni anno (o quasi) [VIDEO]

Con il vincolo quinquennale si persegue la continuità didattica? Si tratta di una delle domande più frequenti, proprio in questo periodo in cui il tema del blocco dei 5 anni sta esplodendo sui social. Uno dei motivi per cui fu stabilito nel 2019 il blocco dei docenti assunti in ruolo per 5 anni era proprio quello di poter garantire agli alunni gli stessi insegnanti magari per tutto il percorso di quel grado di istruzione. E’ davvero così?
Nel corso del dibattito andato in diretta su Facebook e Youtube di Orizzonte Scuola Tv dedicato proprio alla mobilità e al vincolo quinquennale, è infatti stato affrontato il tema ed è emerso che nella maggioranza dei casi i docenti non hanno mai avuto la possibilità di perseguire con la continuità didattica perché i dirigenti scolastici ogni anno o quasi, sposterebbero di classe gli insegnanti.
“Pur essendo rimasta nella stessa scuola, non c’è stato un anno in cui io non abbia cambiato classe. Questa storia del vincolo che si deve mantenere per la continuità didattica è ridicola“. Lo dice la docente Margherita Stimolo, del gruppo Coordinamento Nazionale Docenti Abilitati, intervenuta nel corso del live. “Non ho avuto la fortuna di seguire le classi dall’inizio alla fine. Io non ho mai provato l’emozione della continuità”, aggiunge la docente.
“La continuità ha senso quando ci sono relazioni positive nel luogo di lavoro. Ma con condizioni imposte da questi vincoli, con docenti che pur di rimanere a casa con i figli fanno centinaia di chilometri, con quale spirito si porta una reale continuità didattica? Ci vogliono le condizioni giuste per perseguire questo ideale. Deve essere un incentivo e non un obbligo“, dice invece Alessandro Amante, del gruppo No al vincolo!
“Dove sta la continuità didattica nel reiterare con le assegnazioni provvisorie e mantenere un organico fisso e crescente in deroga“, si chiede Doriana D’Elia, del gruppo Docenti immobilizzati.
Sul tema, è intervenuta nei giorni scorsi anche Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl scuola: “L’oggi ci vede alle prese con una situazione nella quale vincoli più o meno estesi discendono dalle diverse decorrenze dei provvedimenti di assunzione, in ogni caso ispirandosi a una logica di imposizione forzata priva come si è detto di reali benefici, fonte unicamente di disagi che alimentano rischi di assenteismo e di contenzioso. In attesa di una complessiva rivisitazione del tema reclutamento, quanto mai necessaria, almeno rimuovere norme assurdamente coercitive in materia di mobilità sarebbe una cosa buona, da fare con la massima urgenza”.
RIVEDI IL DIBATTITO SUL VINCOLO QUINQUENNALE