Vincolo quinquennale, ministro Bianchi ci ascolti e si impegni ad eliminarlo. Lettera

Inviato da Gruppo No al Vincolo – Egregio signor ministro Bianchi,
Siamo un gruppo di docenti di ruolo di cui avrà già sentito parlare con il termine “vincolati”. Come ben sa tale nome deriva da una serie d’ingiuste norme che stanno arrecando numerosi danni alle famiglie di cui facciamo parte, e che impediscono a numerose altre di nascere, a loro volta.
Come sicuramente saprà, a causa della prassi, consolidata da decenni nel mondo della scuola, di fare i concorsi nelle regioni del nord per poi chiedere la mobilità e riavvicinarsi gradualmente a casa, negli ultimi anni è stato richiesto dalle regioni del nord Italia di vincolare il personale docente nella sede di immissione in ruolo. Tale sede può essere anche estremamente penalizzante per il personale docente che vi va a lavorare, in quanto le sedi disponibili al momento dell’immissione sono il semplice frutto della contingenza di quello specifico momento e, poiché le procedure concorsuali sono regionali, tale sede può trovarsi con elevata probabilità, a centinaia e centinaia di kilometri da quella effettivamente desiderata dal docente.
Tale situazione, già estremamente penalizzante per docenti del sud e del nord che vogliono restare al nord, che si sono visti sbalzare da un lato all’altro della regione, è ancor più insostenibile per i docenti del sud che hanno concorso nelle proprie regioni, dove alle grandi distanze si sommano l’inefficienza dei mezzi di trasporto, e per fare poche centinaia di kilometri si impiegano anche 5 o 6 ore, impedendo di fatto la possibilità di lavorare in aree diverse dalla propria senza dover prendere un’altra casa.
In una normale situazione il docente potrebbe fare, per il successivo anno scolastico, la richiesta di mobilità, al fine di ottenere una sede lavorativa che, se non ideale, sia maggiormente compatibile con una qualità della vita accettabile del docente e dei suoi familiari. Facendo la mobilità diventa anche possibile “scambiare” il posto con altri docenti in condizioni analoghe, risolvendo in questo modo le problematiche di più famiglie insieme.
A causa del vincolo, viene meno questa situazione di ragionevole normalità per un periodo di 5 anni, gettando le famiglie in condizioni di estrema disperazione, allontanando i docenti con parenti anziani alle cure degli stessi, strappando le madri ai propri figli, spesso in tenerissima età, e impedendo la possibilità che si formino delle famiglie a causa della distanza.
A causa del COVID-19 la situazione si è ulteriormente aggravata, sia dal punto di vista economico che della qualità della vita. Non potendo uscire liberamente, e non avendo parenti o amici dove lavorano, i docenti si trovano nella situazione di essere dei veri e propri carcerati con libera uscita solo presso le proprie sedi di lavoro. Le case e le stanze prese in affitto diventano delle spoglie celle, e prenotare voli e treni diventa sempre più difficile, poiché a causa dell’emergenza vengono sempre più spesso soppressi, impedendo spesso di acquistare tali servizi, a causa dei loro costi proibitivi, se non presi con largo anticipo.
Una ulteriore problematica è legata alla situazione stipendiale del personale docente, ove a fronte di un elevatissimo grado di formazione richiesto, vengono attribuiti stipendi ben al di sotto della media europea della categoria ed a quella italiana del personale laureato. Ovviamente tale vincolo sottrae ogni mese oltre metà di queste già misere retribuzioni, e spesso, considerando la situazione di crisi in cui versa il paese, si trova ad essere l’unica retribuzione di una famiglia, che con uno stipendio si trova a dover mantenere due case, doppie utenze, spese di viaggio e le normali spese necessarie al mantenimento della famiglia. Inutile dire che finisce per essere totalmente insufficiente.
Per ovviare a tale situazione molti docenti si sottopongono, ove i mezzi lo consentano, a vivere vite insostenibili, con anche 6/8 ore di spostamenti in una singola giornata, il tutto solo per poter dare la buonanotte ai propri figli senza dover passare attraverso una webcam.
Per questa serie di ragioni, e per molte altre che non elenco per evitare di trasformare la presente in una lista senza fine di valide ragioni per eliminare queste indegne norme, vi chiediamo di prendere un impegno per abolire questi vincoli quinquennali istituiti con le leggi 145/18 e 159/19 e per permettere, anche per mezzo di una deroga o un congelamento delle stesse, una celere risoluzione che ci permetta di effettuare la domanda di mobilità a pieno titolo entro la finestra che si aprirà a breve.
Molti politici hanno anche parlato di rimodulazione delle norme, ma finché questi vincoli saranno su sede, non saranno sostenibili. Sarebbe come minimo necessario che eventuali vincoli futuri, permettessero almeno la mobilità nella regione scelta in fase di accesso alle procedure concorsuali (unica scelta possibile).
Le chiediamo, inoltre, la possibilità d’incontrare anche solo una piccola delegazione del nostro gruppo per discutere il da farsi.
La ringraziamo in anticipo per il tempo che senza dubbio ci dedicherà. Nell’attesa di una sua celere risposta, cogliamo l’occasione per porgerle dei cordiali e speranzosi saluti.