Vicari e collaboratori, retribuzione adeguata? Per il 90% non lo è. Il 76% è donna e con più di 25 anni di servizio. Ecco cosa fanno

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Inutile ribadire un’ovvietà ma, forse, alla luce del fatto che ancora molto è rimasto immutato, è giusto ribadire che la scuola è un’organizzazione complessa. Complessa non solo e non già per la sua stessa finalità, in quanto deve garantire il diritto allo studio e il successo formativo degli studenti sia per le azioni, ma anche per la circostanza che richiede, in quanto istituzione, da parte di tutto il personale scolastico, condivisione e senso di responsabilità. Abbiamo già ribadito, a suo tempo, che la scuola è anche un’“Istituzione autonoma”. Cioè un’organizzazione che deve continuamente cooperare, con altre Istituzioni autonome presenti nel territorio per perfezionare la qualità del servizio offerto e per il conseguimento delle finalità e degli obiettivi prefissati.

Sarebbe necessaria un’efficace gestione della complessità

Ma come gestire, efficacemente, questa complessità? Negli anni, si è cercato di costruire un’impalcatura simile (ma non perfettamente uguale, purtroppo, davvero) al middle management di tradizione anglosassone. In primis, con la creazione delle cosiddette funzioni obiettivo, diventate successivamente funzioni strumentali, e, ultimamente, con la Legge 107 del 2015, con l’assegnazione al capo dell’amministrazione, ovvero al Dirigente scolastico, della possibilità di poter disporre di uno staff tutto suo (scelto in autonomia sulla base, evidentemente, di criteri di efficienza) sino al 10% dei componenti del collegio docenti. Queste figure, che cooperano col Dirigente nella gestione della scuola, costituiscono il così detto middle management. Ma è così?

Le azioni per raggiungere obiettivi

La pianificazione strategica diventata, dunque, necessaria in tutte le scuole, prevedendo una serie di azioni, finalizzate al raggiungere obiettivi in una prospettiva che potremmo definire di medio e/o lungo periodo. In questa prospettiva diventa indispensabile e utilissima l’analisi del contesto, l’analisi dei punti di forza e di debolezza e la scelta delle priorità che determinano la programmazione delle scelte didattiche e la progettazione delle attività da inserire nel POF. La fase della progettazione e la successiva fase dell’attuazione determinano il processo di controllo cioè la fase di confronto tra gli obiettivi programmati e i risultati conseguiti: dall’analisi di tali dati è possibile eseguire azioni correttive o riprogrammazioni. In tal senso il report non è un semplice veicolo di lettura di dati ma permette di trasformare i dati in informazioni utili alla gestione.

Ma quale il ruolo delle figure di sistema? Quali le caratteristiche?

Al termine dell’anno scolastico, Ancodis, guidato energicamente dal Prof. Rosolino Cicero, ancora una volta, ha proposto, il tradizionale questionario per fare un bilancio del lavoro svolto dai collaboratori del dirigente scolastico e dalle figure di sistema nella scuola autonoma individuati ai sensi del comma 5 dell’art. 25 del D. Lgs 165/2001 e del comma 83 dell’art. 1 della Legge 107/2015. Si vogliono rilevare, con tale questionario, dati e informazioni per presentare il lavoro aggiuntivo di decine di migliaia di donne e uomini che ogni anno si rendono disponibili ad assumere incarichi per il funzionamento organizzativo e didattico delle loro scuole. Il questionario è strutturato in 6 sezioni ed è allegato all’articolo nella sua interezza. Alcuni dati però, qui, li vogliamo sintetizzare.

Alcuni dati emersi dal questionario: la prima sezione, ovvero, “Chi sei?”

A seguire solo i dati più significativi. Dalla prima sezione – Chi sei? – scaturisce che il 76.3% è donna.

Per quanto riguarda l’ordine di scuola

  • il 38.1% lavora nella scuola primaria
  • il 30.6% nella SSI°
  • il 30% nella SSII°
  • l’1.3% nella scuola dell’infanzia.

In merito all’anzianità di servizio

  • il 45.6% dichiara oltre i 25 anni
  • il 27.5% tra i 20 e i 25 anni
  • il 12.5% tra i 15 e i 20 anni
  • il 9.4% tra i 5 e i 10 anni
  • il 5% tra i 10 e i 15 anni.

Alla domanda “da quanti anni lavori nell’attuale scuola”

  • per l’8.1% meno di 5 anni
  • per il 10% tra 5 e gli 8 anni
  • per il 16.3% tra i 9 e i 12 anni
  • l’8.1% dichiara tra i 13 e i 15 anni
  • il 17.5% dichiara tra i 16 e i 20 anni
  • per il 23.7% tra 21 e 25 anni
  • per il 16.3% oltre i 25 anni

Si rileva che l’81.9% è in servizio nella sua scuola da oltre 9 anni: significa che si tratta di docenti che ben conoscono la loro realtà scolastica e spesso ne sono anche la memoria storica.

Per quanto riguarda la complessità della scuola di servizio, si rilevano i seguenti dati

  • il 63.7% lavora in un IC
  • il 15% in un IISS
  • il 14.4% in un Liceo
  • l’5% in una DD
  • l’1.2% in un IOc
  • lo 0.7% in una SMS

In merito al numero dei plessi

  • il 60.6% lavora in una scuola con un numero di plessi compreso tra 2 e 5
  • il 16.9% lavora in una scuola con un numero di plessi compreso tra 6 e 8
  • il 11.9% lavora in una scuola con un plesso
  • il 5% lavora in una scuola con un numero di plessi compreso tra 11 e 15
  • il 4.4% lavora in una scuola con un numero di plessi compreso tra 9 e 10
  • l’1.2% lavora in una scuola con un numero di plessi superiore a 15.

Rispetto alla popolazione scolastica

  • il 4.4% dichiara una popolazione minore di 500 alunni
  • il 10% una popolazione superiore ai 1500 alunni
  • il 12.5% tra i 1200 e i 1500 alunni
  • il 16.9% compresa tra i 700 e i 900 alunni
  • il 21.9% tra i 500 e i 700
  • il 34.3% tra i 900 e i 1200 alunni.

La seconda sezione: l’incarico di collaborazione e all’area di interesse”

La seconda sezione è relativa “all’incarico di collaborazione e all’area di interesse”.

Alla domanda

“In quale – tra le seguenti figure di sistema – hai svolto (in via esclusiva o in prevalenza) la tua attività di collaborazione”

  • il 51.3% risponde Primo collaboratore (ex vicepreside)
  • il 28.8% ha svolto l’incarico di secondo collaboratore
  • il 6.9 quello di funzione strumentale
  • il 4.4% ha assunto quello di responsabile di plesso distaccato
  • il 8.6% nelle altre figure di sistema operanti nella scuola autonoma.

Con l’introduzione del tutor per l’orientamento e del docente orientatore ai sensi del Decreto MIM 63 del 5/4/2023, tra i docenti del secondo ciclo il 73.4% ha dichiarato di non aver dato la disponibilità ad assumere l’incarico di tutor mentre il 79.3% di non aver dato la disponibilità ad assumere l’incarico di orientatore.

Alla domanda “da quanti anni sei impegnato nell’attività di collaborazione”

  • il 29.4% tra i 1 e i 5 anni
  • il 24.4% tra i 6 e i 9 anni
  • il 28.1% tra i 10 e i 15 anni
  • il 13.1% tra i 16 e i 20 anni
  • il 4.4% tra i 21 e i 25 anni
  • lo 0.6% oltre i 25 anni.

Si può facilmente comprendere che parliamo di risorse professionali che hanno acquisito negli anni una significativa esperienza nel collaborare e coadiuvare il Ds e il Dsga nella quotidiana azione organizzativo-didattico-amministrativa.

Rispetto all’attività di collaborazione

  • il 71.9% presta la collaborazione al Ds titolare
  • il 14.4% con Ds reggente.
  • il 13.7% con il Ds titolare e reggente in altra sede

Nel caso di scuola in reggenza, il 58.7% dichiara di avere il ds presente da uno a due giorni la settimana, il 35.4% due/tre giorni al mese, il 5.9% tra i 10 e i 20 giorni nell’intero AS.

In merito allo svolgimento dell’incarico

il 25% ha lavorato con l’esonero totale dall’insegnamento, 35% con esonero parziale e il 40% ha svolto l’incarico unitamente all’attività didattica in classe.

Sulla base della fonte normativa

  • il 15% è stato nominato ai sensi dell’Articolo 1, comma 83, della legge n. 107/2015
  • il 29.4% è stato nominato ai sensi dell’Articolo 25, comma 5, del decreto legislativo n. 165/2001
  • il 42.5% ai sensi delle due fonti normative
  • il 13.1% senza alcun riferimento alle fonti normative.

La terza sezione “Servizio reso nell’attività di collaborazione

Nella terza sezione “Servizio reso nell’attività di collaborazione” (come da nomina del DS e Contrattazione di istituto) alla domanda “Di norma, per lo svolgimento del tuo incarico, in quali aspetti hai avuto delega del Ds”, si rilevano in ordine decrescente le seguenti percentuali:

  • Organizzazione quotidiana del servizio 89.9%
  • Collaborazione con gli uffici di segreteria 88.8%
  • Gestione dei rapporti tra le componenti scolastiche 83.9%
  • Sicurezza e prevenzione 79.5%
  • Sostituzione docenti assenti 70.6%
  • Accoglienza del personale per presa di servizio 67.5%
  • Gestione dei conflitti 65.6%
  • Rapporto con gli enti locali 56.9%
  • Partecipazione a tavoli di coordinamento e reti 55.6%
  • Redazione e/o monitoraggio di progetti 48.8%
  • Organizzazione, coordinamento e monitoraggio della DDI 30.6%

E’ stato, inoltre, chiesto

“Durante l’anno scolastico di cosa ti sei occupata/o costantemente?”.

Sono state rilevate le seguenti risposte:

  • Preparare proposte di circolari, regolamenti, report e documenti 90.4%
  • Pianificare, organizzare e sorvegliare sul corretto utilizzo degli spazi scolastici 80.6%
  • Affrontare con alunni e genitori questioni legate alla disciplina/frequenza 76.9%
  • Sorvegliare l’applicazione dei regolamenti e delle procedure organizzative dell’istituto, incluse questioni relative a sicurezza, trasparenza e anticorruzione, ecc 69.4%
  • Fare fronte alle emergenze e ad altri eventi non pianificati, inclusa la DDI 57.5%
  • Coordinare le attività extradidattiche connesse all’incarico di referenza 53.8%
  • Coordinare le attività extradidattiche connesse ai PON 41.3%
  • Gestire problematiche relative all’inclusione, anche nella DDI 38.7%
  • Coordinare le attività relative alla continuità e all’orientamento 30.6%

L’incremento degli impegni

Per questo imponente lavoro necessario a garantire il funzionamento organizzativo e didattico, il 54.1% dichiara di aver avuto in questo anno scolastico un incremento di impegno professionale, per il 36.9% è sostanzialmente rimasto invariato e, infine, per l’8.9% si è registrata una riduzione. Per quanti hanno dichiarato un incremento, esso è stato quantificato tra le 5 e 10 ore settimanali per il 42.2%, di oltre le 10 ore per il 43.4% e per il 14.4% inferiore a 5 ore settimanali. In relazione al servizio aggiuntivo reso e tenuto conto delle mansioni delegate, l’aspetto economico definito in sede di contrattazione di istituto rivela una evidente criticità. Infatti, il 30.6% tra 1000 e 2000 Euro, il 25% dichiara di aver ricevuto un riconoscimento lordo stato compreso tra 2000 e 3000 Euro, il 18.1% tra 3000 e 4000 euro, il 15.6% tra 500 e 1000 euro, il 6.3% dichiara oltre i 4000 Euro e meno di 500 Euro per il 4.4%: ci si può rendere conto della necessità di definire l’aspetto economico anche sulla base di fasce di complessità e di carico di lavoro. Se poi si chiede “Il compenso assegnato lo ritieni congruo rispetto ai carichi di lavoro e alle deleghe/responsabilità collegate all’incarico” è per nulla o poco congruo per il 90% e per il 10% abbastanza o molto congruo.

Alla domanda “Quale sarebbe, a tuo giudizio, un compenso congruo con gli attuali carichi di lavoro e deleghe/responsabilità”

  • per il 7.5% un incremento del 10%
  • per il 9.4% un incremento del 75%
  • per il 20% un incremento del 25%
  • per il 23.8% un incremento del 100%
  • per il 39.4% un incremento del 50%.

La quarta sezione relativa alle “motivazioni professionali”

Nella quarta sezione relativa alle “motivazioni professionali”, alla domanda “perché hai accettato l’incarico?”

  • 87.5% per contribuire al buon funzionamento dell’organizzazione scolastica
  • 72.5% per contribuire a sviluppare la comunità scolastica
  • 58.1% per contribuire a migliorare l’offerta formativa della scuola
  • 58.1% per l’opportunità di migliorare le mie competenze organizzative
  • 53.8% per contribuire a migliorare la qualità delle relazioni
  • 43.8% per fare emergere la mia professionalità oltre l’aspetto didattico
  • 36.3% per i buoni rapporti con il DS
  • 33.1% per la voglia di impegnarmi in qualcosa di nuovo
  • 23.8% per l’opportunità di guadagnare una retribuzione aggiuntiva
  • 21.3% per l’opportunità di preparami meglio per il concorso a DS
  • 13.1% per mancanza di disponibilità di altri docenti
  • 9.4% perché ho disponibilità di tempo.

Quinta sezione: “Valorizzazione e valutazione professionale”

Nella quinta sezione “Valorizzazione e valutazione professionale”, il 54.4% dichiara di essere favorevole ad essere valutato insieme al proprio Ds, il 35% in modo autonomo e soltanto il 10.6% dichiara la sua contrarietà.

Alla domanda “Per il riconoscimento del tuo servizio cosa proponi”, si rilevano le seguenti proposte:

  • avere riconosciuto il servizio in una carriera diversificata per l’86.9%
  • avere riconosciuto il servizio quale prerequisito di accesso al concorso per DS per il 58.1%
  • avere riconosciuto il servizio per la graduatoria di istituto per il 26.9%
  • avere riconosciuto il servizio nelle procedure di mobilità annuale per il 19.6%.

Sesta sezione relativa “all’Attività formativa”

Nella sesta sezione relativa “all’Attività formativa”, si rilevano le seguenti azioni formative seguite nel corso dell’anno scolastico:

  • Normativa Sicurezza e prevenzione 61.9%
  • Nuove tecnologie nel contesto lavorativo 46.3%
  • Elaborazione del piano di miglioramento della scuola 45%
  • Gestione del personale 37.5%
  • Normativa Privacy 36.9%
  • Gestione dei conflitti 35.6%
  • Attività connesse al PNRR 31.7%
  • La valutazione nel sistema scolastico italiano 26.9%
  • Gestione delle risorse economiche, finanziarie, materiali 26.9%
  • Gestione piattaforme per DDI 13.8%
  • Attività e strumenti per la DaD 11.9%

La disponibilità a servire la comunità scolastica

Si parla di scuola autonoma e più moderna dimenticando (forse volutamente?) che senza questo imponente lavoro organizzativo e progettuale, senza la professionalità di migliaia di donne e uomini, senza la loro disponibilità a servire la comunità scolastica assumendo incarichi aggiuntivi, ciascuna Istituzione scolastica non potrebbe corrispondere ai suoi fini istituzionali e cioè garantire il diritto allo studio ai suoi alunni e la qualità dei servizi alla comunità scolastica. Il tema del funzionamento organizzativo e didattico della scuola italiana, dell’articolazione della funzione docente e della conseguente vera carriera professionale – nonostante il risultato del questionario i cui dati complessivi possono essere confermarti da chi conosce e vive la scuola in ogni angolo del paese – sembra ancora misconosciuto dalle forze politiche e dalle OO.SS.!

Le proposte di ANCODIS

Ancodis, sulla base del questionario e in considerazione della necessità di innovare il sistema scolastico italiano anche sul piano del suo funzionamento organizzativo e didattico, ribadisce che – a partire dall’ineludibile riconoscimento della professione docente – un nuovo modello scolastico non può non fondarsi sui seguenti punti strategici:

  • nuova articolazione della funzione docente con l’istituzione del middle management scolastico e conseguente diversificazione della carriera (oggi piatta, statica e demotivante!);
  • riconoscimento professionale di chi – oltre l’attività di docenza – svolge quella di collaborazione al Dirigente Scolastico e di figura di sistema nell’ambito gestionale ed organizzativo, del coordinamento e della progettazione didattica e di conseguenza il
  • riconoscimento contrattuale in un ALBO professionale nel prossimo CCNL scuola comparto Istruzione e Ricerca per il quale occorre determinare in specifiche aree di complessità profilo, accesso, attività, permanenza, trattamento economico;
  • conseguimento di percorsi di formazione in gestione, coordinamento, controllo, pianificazione, monitoraggio, sicurezza e progettazione didattica organizzati dal MIM;
  • formale riconoscimento giuridico del Collaboratore principale (ex vicepreside) in tutte le scuole che – anche con delega di funzione – possa sostituire per brevi periodi il ds;
  • distaccamento dall’attività di insegnamento del docente Collaboratore principale (ex vicepreside) individuato dal DS tra i soggetti di cui al comma 5, art. 25 del D. Lgs 165/2001.

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