Viaggio a Praga o Berlino? Gita in Sicilia con annesso spettacolo a Siracusa? Diventerà difficile per le scuole di Latina: ecco perché

Nei licei e istituti superiori della provincia di Latina, le tradizionali gite scolastiche potrebbero non realizzarsi quest’anno. Destinazioni come Sicilia, Grecia, Praga, Berlino e Parigi, sognate da molti, sembrano ora fuori portata. La notizia, inizialmente scambiata per una “fake news”, si è rivelata una dura realtà.
Come segnala Il Messaggero, la causa di questo improvviso stop deriva da una legge entrata in vigore il 1° luglio 2023, che impone ai non “stazioni appaltanti qualificate” (come le scuole) un tetto di spesa di 140 mila euro per i viaggi d’istruzione. Tale soglia, considerata bassa, specialmente per scuole di medie e grandi dimensioni, ha posto gli istituti in una situazione di stallo. I dirigenti scolastici, in attesa di chiarimenti dal Ministero e dall’ANAC (Agenzia Nazionale Anti Corruzione), sono al momento incapaci di organizzare i viaggi.
Il cambiamento rappresenta una vera rivoluzione per il settore scolastico, inserendolo nel contesto più ampio delle amministrazioni pubbliche soggette a norme rigide sulla razionalizzazione della spesa. Le scuole, ora obbligate a diventare stazioni appaltanti per gestire appalti superiori a determinate cifre, si trovano di fronte a un complesso labirinto burocratico, spesso insormontabile.
Ad oggi, nonostante le richieste di chiarimento e assistenza, sia il Ministero che l’ANAC non hanno fornito risposte concrete, lasciando le scuole in un limbo di incertezza. Alcune scuole, anticipando possibili soluzioni, hanno già richiesto preventivi per i viaggi, sperando in una rapida risoluzione della situazione. Tuttavia, la mancanza di risposte tempestive potrebbe rendere impossibile l’organizzazione delle gite entro i termini utili.
La situazione sta generando preoccupazioni tra i presidi, che si aspettano di dover affrontare il malcontento di studenti e famiglie. La speranza è che la problematica trovi una soluzione in tempi brevi, per evitare di addossarsi la responsabilità di una tradizione scolastica interrotta.