Via i voti sotto il 4 in Alto Adige. Ardone: “Per cancellare l’insuccesso scolastico non basta cancellare pietosamente i voti negativi”

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L’Alto Adige ha recentemente approvato una legge che vieta l’attribuzione di voti inferiori al quattro. Questa decisione, sebbene nata con le migliori intenzioni, ha suscitato un dibattito intenso sul vero ruolo dei voti nella formazione degli studenti.

Su La Stampa interviene la scrittrice e docente, Viola Ardone. Per l’insegnante, valutare un alunno non significa punirlo. Se uno studente ottiene un due, ciò non implica che sia lui stesso a valere quel punteggio, ma piuttosto che la sua prestazione in quella specifica prova vale due. Così come un calciatore può mancare un tiro, o un atleta può non superare l’asticella, gli studenti possono trovarsi di fronte a insuccessi.

Ecco dove il sistema di valutazione entra in gioco. Ardone sostiene che ul voto è uno strumento per valutare, un indicatore del progresso e del cammino che studente e docente stanno percorrendo insieme. Non è una critica al valore intrinseco dell’individuo, ma piuttosto una misura di ciò che è stato conseguito in un dato momento.

Ma, se i voti inferiori al quattro sono aboliti, come distinguere tra uno studente che non ha tentato affatto e uno che ha lavorato duramente ma non ha raggiunto l’obiettivo? Per Ardone, una valutazione autentica deve essere onesta e riflettere la realtà delle prestazioni. Questo non significa che il docente debba essere insensibile, ma piuttosto che sia lì per sostenere, guidare e, se necessario, indirizzare l’alunno verso un percorso di miglioramento.

Gli studenti possono sentirsi stressati dai voti. Questo è indubbio. Tuttavia, anziché rimuovere tutti i voti negativi, forse è il momento di ripensare al nostro sistema di valutazione. Forse, come suggerisce l’articolo, dovremmo tornare ai giudizi scritti, personalizzati e specifici per ciascun studente, evitando la freddezza dei numeri.

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