“Via i giovani da casa a 18 anni, sfruttate anche l’Erasmus. Gli adulti devono far crescere i propri figli”. L’affondo di Morelli

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Lo psicologo Raffaele Morelli, intervistato dal Corriere della Sera, ha sollevato un grave allarme riguardante l’aumento dei suicidi giovanili, definendolo “una vera e propria emergenza”.

Morelli evidenzia un incremento allarmante del 400% all’anno dal periodo della pandemia, sottolineando come questo fenomeno sia diventato la seconda causa di morte tra i giovani.

Morelli critica la perdita di “mistero” e “energia sognante” nella vita dei giovani, attribuendo questo declino all’uso eccessivo di tecnologie e alla realtà virtuale. Secondo lui, l’immaginazione, una volta un elemento cruciale dello sviluppo giovanile, è ora trascurata. L’identità e l’esistenza stesse sono pericolosamente legate alla presenza online, con giovani che sentono di non esistere al di fuori della “scatola” digitale.

L’esperto mette in luce un’altra tendenza preoccupante: la ricerca dell’approvazione sociale attraverso internet. Paragonando le azioni pericolose dei giovani di oggi con la “follia dionisiaca” del passato, Morelli osserva come la ricerca di approvazione porti a comportamenti estremi, spesso documentati e condivisi online senza riguardo per le conseguenze legali.

Morelli critica l’infantilizzazione dei giovani da parte degli adulti e l’omologazione sociale. Lo psicologo, inoltre, evidenzia la necessità di riconoscere e celebrare l’unicità individuale, incoraggiando adulti e giovani a seguire la propria natura e a riscoprire la gioia delle semplici attività che amavano da bambini.

Infine, Morelli tocca il tema del mondo del lavoro, osservando come alcuni giovani rifiutino opportunità lavorative per dipendenza dai genitori o per il reddito di cittadinanza. Sostiene l’importanza dell’indipendenza e dell’autosufficienza, suggerendo che i giovani dovrebbero lasciare il nido familiare a 18 anni per esplorare e sfruttare le opportunità offerte, come il programma Erasmus.

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