Verso l’integrazione tra robot e lavoro umano, l’Industria diventa 5.0: quali competenze deve dare la scuola? Facciamo un quadro

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L’Industria 5.0 rappresenta l’evoluzione del modello industriale verso una maggiore sinergia tra uomo e macchina. Superando la logica della sola automazione, mette al centro la persona, valorizzando la collaborazione con tecnologie avanzate come i cobot. Personalizzazione, sostenibilità e competenze ibride — tecniche e soft — sono le sue parole chiave. In questo scenario, ITS e formazione continua giocano un ruolo decisivo per preparare professionisti in grado di affrontare le sfide del futuro.

Cos’è l’Industria 5.0?

Potremmo definirla come un modello evolutivo dell’industria che punta a integrare la tecnologia con il fattore umano, un modello che supera nelle intenzioni la spinta dell’Industria 4.0.

L’Industria 5.0 enfatizza l’integrazione tra operatori umani e macchine, promuovendo una collaborazione che valorizza le rispettive competenze. I robot collaborativi, o cobot, sono progettati per operare al fianco degli esseri umani, migliorando la produttività e la qualità del lavoro .(Esa Automation, Deltalogix)

Le parole chiave dell’Industria 5.0 sono:

  • personalizzazione della produzione;
  • centralità dell’essere umano nel processo decisionale;
  • sostenibilità ambientale e sociale.

Competenze tecniche e trasversali richieste

Per affrontare le sfide dell’Industria 5.0, i tecnici devono possedere competenze specifiche:

  • automazione di processo;
  • robotica collaborativa;
  • analisi dei dati e machine learning;
  • simulazione e virtualizzazione;
  • user interface e user experience;
  • principi di safety e security;
  • gestione e project management.

(WarrantHub, DSpace Repository, Innovation Post)

Accanto a queste, sono fondamentali le competenze trasversali, quali pensiero critico, creatività, capacità di risolvere problemi complessi e collaborazione, essenziali per lavorare efficacemente con le tecnologie avanzate .(Skills blog)

Verso una formazione continuo e adattiva

In Italia, il Piano Transizione 5.0, finanziato con 6,3 miliardi di euro, mira a sostenere le imprese nella trasformazione digitale e verde, promuovendo anche la formazione e l’aggiornamento delle competenze dei lavoratori.

A livello europeo, il progetto BRIDGES 5.0, finanziato dall’UE, si propone di mappare le trasformazioni occupazionali e le nuove competenze richieste nell’Industria 5.0, sviluppando percorsi formativi per manager, dipendenti, disoccupati e studenti . Inoltre, la Commissione Europea sottolinea l’importanza di una forza lavoro qualificata per affrontare le sfide dell’Industria 5.0, evidenziando la necessità di investimenti in programmi di aggiornamento e riqualificazione .(Cordis, Esa Automation «)

Il ruolo degli ITS nella formazione tecnica

Una interessante riflessione sulla necessità di fornire le giuste competenze a quanti affrontano percorsi di studio, giunge da Oronzo Lucia – Coordinatore del Comitato Scientifico di SPS Italia Gli Istituti Tecnici Superiori (ITS) sul sito dedicato agli ITS.

Secondo il Coordinatore, per affrontare le sfide dell’industria 5.0, gli ITS devono formare tecnici con competenze tecnologiche avanzate (AI, IoT, robotica, automazione), capaci di adattare le soluzioni alle esigenze aziendali. La formazione deve colmare il divario tra domanda e offerta, integrando abilità tecniche e soft skills come adattabilità, problem solving, ascolto attivo e fiducia.

Un intervento che si inserisce nel contesto della recente riforma degli ITS che ha orientato i percorsi formativi verso le competenze richieste dalle imprese, con l’obiettivo di colmare il divario tra domanda e offerta di lavoro .(Agenda Digitale)

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