Verducci (PD): “Immissioni in ruolo sulla base di titoli, servizio e prova in uscita. Vincolo quinquennale da superare” [INTERVISTA]

Dal precariato fino al vincolo quinquennale, passando per la riapertura delle scuole. Diversi sono gli argomenti trattati con Francesco Verducci, senatore del Partito Democratico e vice presidente della Commissione Cultura al Senato.
Stabilizzazione di oltre 60mila precari, il governo pensa a più soluzioni. Senatore Verducci, quale sarebbe la migliore?
“Affrontare la questione del precariato è la cosa più urgente. L’anno scolastico in corso sta pagando le conseguenze del mancato intervento nel decreto scuola di un anno fa. Oggi, dopo un anno, la prima consapevolezza deve essere non ripetere lo stesso errore. Serve un intervento immediato per fare in modo che dal 1° settembre tutti gli insegnanti siano in cattedra. È un tema su cui il nuovo Ministro Bianchi ha insistito più volte e sono sicuro che stia lavorando ad un provvedimento che arriverà entro breve. Serve una procedura concorsuale abilitante che stabilizzi i precari storici sulla base di titoli, servizio e prova in uscita. Quindi occorre assumere insegnanti in tutti i cicli e per il sostegno, assumere attraverso procedure nuove basate sulla valorizzazione della competenza professionale. Il tema della qualità dell’insegnamento va di pari passo con la vertenza per le immissioni in ruolo, perché il precariato degli insegnanti, oltre a mortificare la vita di migliaia di persone, è nemico della qualità dell’insegnamento e dei bisogni degli studenti, perché impedisce continuità e qualità della didattica. Il tempo che viviamo, aggravato dalla pandemia da Covid-19, impone di essere veloci. Questo intervento deve anche essere la leva per una riforma complessiva del sistema di reclutamento nel nostro Paese, in un quadro più ampio di riforma per cui dobbiamo porci l’obiettivo rivoluzionario di ridurre strutturalmente il numero di alunni nelle classi ed aumentare il numero degli insegnanti, dei plessi scolastici e delle ore di sostegno. Contrastare il precariato e contestualmente avere una nuova leva di insegnanti per rilanciare la scuola dell’inclusione, rinnovare la didattica, contrastare abbandono e dispersione scolastica. Tutto questo serve a costruire finalmente percorsi di valorizzazione, anche stipendiale, della professione-insegnante che nella nostra società deve essere finalmente”.
Si crea un curioso asse PD-Lega per la stabilizzazione dei precari storici. Riuscirete a convincere anche il M5S?
“Sono sicuro ci sia, in tutte le forze politiche, una consapevolezza maggiore rispetto ai mesi precedenti su quanto il tema del precariato non sia solo settoriale. È impensabile che la scuola italiana possa andare avanti con oltre 200mila precari e con la mancanza di 80mila titolari sul sostegno. Avere insegnanti preparati e abilitati, dare continuità formativa agli alunni, sono convinto sia interesse di tutti. Le forze politiche che sostengono il governo Draghi dovranno trovare un’intesa sul come. Il Ministro Bianchi, sono certo, sta lavorando in queste ore per una proposta solida e convincente nell’interesse della comunità scolastica e del Paese”.
Il vincolo quinquennale potrebbe avere i giorni contati. Lei crede che si possa arrivare ad una soluzione ponte già per quest’anno?
“Il vincolo quinquennale va superato. È una norma che non sta funzionando e che costringe gli insegnanti a costi sociali troppo alti. Mi auguro si arrivi presto ad una soluzione. Il Ministero dell’istruzione sta lavorando ad una norma che tenga insieme le richieste degli insegnanti e la necessità della continuità didattica. L’auspicio è che si apra al più presto un tavolo di confronto tra Governo e forze sociali e sindacali sulle principali emergenze che riguardano la scuola, quindi precariato, riforma del reclutamento e superamento del vincolo quinquennale”.
Riapertura delle scuole, dopo Pasqua il governo prova a riaprire almeno per i più piccoli. Giusto riaprire anche con una situazione epidemiologica non ancora stabilizzata?
“Laddove ci sono le condizioni le scuole vanno riaperte il più possibile. Dobbiamo evitare però di cavalcare una vuota retorica della riapertura perché è bene riaprire solo nei casi in cui siano state effettivamente create le condizioni. Questa è la priorità del Governo. Lo ha detto a più riprese il Presidente del Consiglio Draghi. Bisogna accelerare sulla campagna vaccinale rivolta al personale scolastico. Vanno riportati nelle aule in presenza tutti i nostri ragazzi. Nonostante i grandissimi sforzi fatti – e su questo non dobbiamo mai smettere di ringraziare in particolare gli insegnanti – con la didattica digitale integrativa sappiamo che il differenziale formativo con le lezioni in presenza è comunque enorme. In particolare, ha aggravato le difficoltà dei ragazzi più deboli e con bisogni educativi speciali. Possiamo far tesoro delle innovazioni della didattica maturate in questo anno difficile per tutti, ma dobbiamo arrivare all’estensione del tempo-scuola e del tempo di apprendimento. La scuola ha bisogno di progettualità, ascolto, apertura al territorio e alle famiglie. Diritto allo studio e istruzione pubblica vanno messi al centro di un nuovo modello di sviluppo. Su questo si giocherà il futuro del nostro Paese”.