Veneto, bambini non vaccinati andranno a scuola per i prossimi due anni. Lorenzin: si assumerà responsabilità in caso di epidemia

Il Ministro Lorenzin risponde alla Regione Veneto che ieri ha dato notizia di derogare di due anni per la regolarizzazione degli iscritti ad asili e infanzia sui vaccini.
Secondo la Regione, è la stessa norma che lo permette e argomenta dato che “per i servizi educativi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia, ivi incluse quelle private non paritarie, la presentazione della documentazione di cui al comma 1 costituisce requisito di accesso”. Non si parla di decadenza dell’iscrizione, che invece è presente a partire dall’anno 2019.
Oggi, sulla questione è intervenuto il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che, in una intervista al Corriere, ha annunciato di riservarsi le azioni di competenza del Ministero relativamente alla scelta del Veneto.
“Se derogano di due anni, – ha detto il Ministro – si assumono la responsabilità di quello che può accadere in ogni struttura e ai singoli alunni. L’epidemia di morbillo non è finita. Nel 2017 sono stati oltre 4.300 i casi, non c’è altro da aggiungere per spiegare la gravità della situazione”.
La Regione, inoltre, confida nella sospensiva richiesta alla Corte Costituzionale, ma sottolinea Lorenzin “siamo molto tranquilli e sereni sulla correttezza di un provvedimento a difesa della tutela della salute, principio previsto dall’articolo 32 della Costituzione. Sono misure necessarie per difendere la collettività”.
“Le istituzioni negli ultimi anni hanno dato per scontato che ci fosse consapevolezza sull’importanza delle vaccinazioni, invece è venuta a mancare. E in questo vuoto – dice Lorenzin – si sono inseriti i free vax con le loro teorie strampalate e prive di ogni fondamento scientifico, rilanciate dai social. Leggende metropolitane gigantesche”.
Ci saranno bimbi liberi di andare a scuola senza vaccinazioni? “Assolutamente no – ribadisce -, senza vaccini non si entra. È un divieto sacrosanto. In questa fascia scolastica, da 0 a 6 anni, convivono bambini di età diverse. Quelli sotto i 6 mesi rischierebbero di essere contagiati dai più grandi e di essere colpiti da infezioni gravi come il morbillo, che quest’anno nel 46% dei casi ha richiesto il ricovero in ospedale”.