Vecchioni su nuove Indicazioni Nazionali: “Imparare a memoria sì, importante anche capire ciò che si impara a memoria”. Cita Dante, ma è polemica. Ecco perché

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Roberto Vecchioni interviene durante la trasmissione “In altre parole” andata in onda su La 7 sabato 18 gennaio sulle nuove linee guida per la scuola anticipate a mezzo stampa dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

Le Indicazioni nazionali e la memorizzazione delle poesie

In particolare, il Ministro ha anticipato che nella scuola primaria si punterà alla lettura, allo sviluppo delle competenze linguistiche puntando sulla correttezza formale, chiarezza nella comunicazione e ordine. Tra le novità, Valditara ha anche sottolineato che il percorso inizierà con la lettura e l’analisi di testi in prosa e poesia,  concentrandosi sulla memorizzazione di poesie, cominciando con composizioni semplici come filastrocche e scioglilingua, per poi introdurre gradualmente elementi di epica classica, mitologia e saghe nordiche.

La citazione dantesca di Vecchioni

Ed è qui che l’intervento di Vecchioni si inserisce. Il noto cantautore, infatti, si è espresso sull’importanza della memorizzazione delle poesie, affermando: “Sì, certo, va anche bene imparare qualche cosa a memoria, però io mi rifaccio a Dante, ascoltami. ‘Non fa scienza, senza lo ritener, avere inteso.’” Ha poi spiegato il suo punto di vista: “Puoi leggere tutte le poesie che vuoi, ma se non capisci cosa significano non serve a niente. La cosa più importante è capire il senso di quello che stai leggendo, non ripetere le parole a macchinetta.”

L’interpretazione dei versi di Dante

Citazione dantesca che, però, non ha mancato di scatenare polemiche. Infatti, la giornalista Anna Lisa Terranova, in un articolo pubblicato su Libero Quotidiano, ha raccontato di aver ricevuto un messaggio da un amico docente, Sandro Consolato, che criticava l’interpretazione data in trasmissione. Nel messaggio si leggeva: “Ribaltato totalmente il significato di alcuni versi di Dante. ”

Secondo Terranova, il verso di Dante – tratto dal V Canto del Paradiso – invita chiaramente alla memorizzazione. Ha riportato il passaggio completo: “Apri la mente a quel ch’io ti paleso/ e fermalvi entro; ché non fa scienza/ senza lo ritenere, avere inteso.” Secondo questa interpretazione, il messaggio è che comprendere ciò che si legge non esclude, ma richiede, di trattenere le informazioni nella memoria.

Indipendentemente dal possibile scivolone di Vecchioni, un principio può essere ritenuto più che valido, imparare a memoria è un bene, ma comprendere ciò che si impara lo è altrettanto.

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