Variante inglese, trasmissibilità oltre il 37%. ISS: “Servono misure stringenti”. Massima attenzione sulla scuola
Uno studio di ISS, Ministero della Salute, Fondazione Bruno Kessler, Regioni/PA spiega come la trasmissibilità della variante inglese sia superiore al 37%. Come sappiamo, lo stesso Comitato Tecnico Scientifico ha stimato che dal mese di marzo la variante inglese sarà predominante. La scuola è sotto osservazione, tanto che anche le Regioni hanno chiesto una valutazione al comitato di esperti.
Come riporta la FAQ dell’ISS, in Italia, si è stimato che la cosiddetta ‘variante inglese’ del virus Sars-CoV-2 ha una trasmissibilità superiore del 37% rispetto ai ceppi non varianti, Non solo: persiste una grande incertezza statistica, tanto che si oscilla tra il 18% ed il 60%.
Si tratta di valori in linea con quelli riportati in altri paesi, spiega l’Istituto Superiore di Sanità, anche se leggermente più bassi, che induce a considerare l’opportunità di più stringenti misure di controllo che possono andare dal contenimento di focolai nascenti alla mitigazione.
L’ISS spiega inoltre che “la stima della trasmissibilità relativa è stata effettuata tramite un modello matematico basato sui dati di due ‘flash survey’ condotte nelle scorse settimane sulla prevalenza della variante inglese, insieme a quelli dei ricoveri di dieci regioni. Le stime sono state fatte utilizzando diversi metodi matematici, che hanno dato risultati consistenti tra loro.”
Le scuole possono restare aperte? E’ una domanda che si sono posti alcuni Governatori che hanno girato al Comitato Tecnico Scientifico, come hanno sottolineato nel corso della riunione Governo-Regioni.
Ma a proposito di dati, come già riportato in precedenza, il 17,5 per cento dei nuovi casi positivi, nell’ultimo mese, è rappresentato da under 18, dunque da studenti. Questa percentuale, nei primi mesi della pandemia, era attorno al 2-3 per cento. Ciò significa che oggi un positivo su 5 è un giovanissimo, forse a conferma che la variante inglese corre più facilmente fra i giovanissimi.
Nel frattempo, ordinanze regionali permettendo, il Nuovo Dpcm prevederà con ogni probabilità il mantenimento delle misure fin qui adottate: didattica in presenza per gli alunni delle scuole superiori tra il 50 e il 75 % delle classi in zona gialla e arancione e al 100% per tutto il primo ciclo. Scatterà invece la Dad nelle zone rosse dalla seconda media alle quinte classi di scuola superiore.