Valutazione scolastica: quando i mezzi diventano fini. Lettera

Inviata da Enrico Fortunato Maranzana – Il ministro Giuseppe Valditara ha emanato un’ordinanza sulla “Valutazione periodica e finale degli apprendimenti nella scuola primaria e valutazione del comportamento nella scuola secondaria di primo grado”.
L’articolo 2 recita:
“La valutazione ha per oggetto il processo formativo e i risultati di apprendimento degli alunni, ha finalità formativa ed educativa, documenta lo sviluppo dell’identità personale e promuove l’autovalutazione di ciascuno in relazione alle acquisizioni di conoscenze, abilità e competenze, concorrendo al miglioramento degli apprendimenti e al successo formativo.”
Secondo questa formulazione, lo sviluppo dell’identità personale si fonda sull’acquisizione di conoscenze, abilità e competenze.
Questo approccio è in netto contrasto con la legge 12/2020, che riprendendo quanto disposto nel 2003, stabilisce:
“È promosso l’apprendimento in tutto l’arco della vita e sono assicurate a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le
competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche.” La legge 12/2020 identifica capacità e competenze come obiettivi finali, mentre
conoscenze e abilità sono strumenti per raggiungerli.
L’ordinanza, dunque, confonde i mezzi con i fini e travisa il traguardo educativo. Le competenze, intese come comportamenti efficaci nell’affrontare compiti, sono la
manifestazione del potenziamento delle capacità, non un semplice accumulo di conoscenze e abilità.
Un travisamento che dura ormai da mezzo secolo quando, nel 1974, il legislatore ha ristrutturato l’istituzione scolastica in base ai dettami della cultura sistemica.