Valutazione dei docenti, 8 studenti su 10 vorrebbero “pagelle” anche per i prof

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Perché la valutazione dovrebbe riguardare solo gli studenti? E infatti, secondo un’indagine di Skuola.net e Anp di Roma e del Lazio che ha coinvolto migliaia di alunni delle scuole secondarie, la stragrande maggioranza di loro vorrebbe che anche gli insegnanti venissero giudicati. Per il 59% dovrebbero essere gli stessi alunni a dare “i voti”.

  • Su un campione di 5.650 alunni di scuole medie e superiori, 8 su 10 chiedono un riscontro periodico dell’operato dei docenti. Per il 59% di loro, dovrebbero essere gli stessi alunni a valutarli. L’87%, però, apre a una “pagella” anonima alla fine dell’anno
  • Il fine ultimo della valutazione, secondo gli intervistati, dovrebbe essere individuare i loro punti di forza e di debolezza, per poter migliorare le cose: così secondo circa l’80%. Per il 20%, invece, sarebbe solo per una questione di principio.
  • Per gli studenti, gli ambiti più importanti sui quali i docenti dovrebbero essere valutati sono soprattutto la capacità di “motivare e valorizzare” e la capacità di “comunicazione e coinvolgimento”.
  • Il 90% procederebbe a una valutazione dell’organizzazione generale del proprio istituto. Specialmente su gestione, didattica, iniziative extra-scolastiche e strutture
  •  Il 60% vorrebbe dare un voto anche ai dirigenti scolastici, il 56% al personale tecnico- amministrativo

Questo il quadro che emerge da un’indagine condotta dal portale Skuola.net assieme all’Associazione Nazionale Presidi di Roma e del Lazio, su un campione di 5.650 alunni di scuole medie e superiori.

Per il 59% dei promotori della valutazione per i docenti, la relazione dovrebbe essere redatta esclusivamente dagli studenti. Ma tutti gli altri la pensano diversamente e chiederebbero supporto a occhi più esperti: il 19% si farebbe affiancare dai genitori, il 15% affiderebbe il compito a degli ispettori del Ministero dell’Istruzione, c’è pure chi propone di chiamare in ballo insegnanti di altre scuole o istituti di ricerca specializzati (3%).

Tuttavia, la delega della valutazione a terzi non impedisce un largo consenso per l’ipotetica introduzione di una scheda di soddisfazione sull’operato di ogni docente, simile a quella che già si utilizza da tempo nelle università, da compilare – in forma anonima – sul finire dell’anno scolastico: a mostrarsi favorevole è l’87% degli intervistati.

La sua finalità, infatti, nella mente dei ragazzi sarebbe quella di aiutare l’intero sistema a individuare punti di forza e di debolezza, per migliorare (un po’ come avviene, lato studenti, con le Prove INVALSI): a pensarla così è quasi l’80% dei favorevoli; solamente 2 su 10, al contrario, la metterebbero “per principio”.

Al primo posto, indicati da circa 8 alunni su 10, ci dovrebbero essere sia un giudizio sulla capacità di “motivare e valorizzare” i ragazzi sia uno sulla capacità di “comunicazione e coinvolgimento”.

Subito dietro emerge la necessità di rilevare la “competenza nella materia insegnata” e il livello di “ascolto e attenzione” verso gli studenti: sono tra le priorità per 7 intervistati su 10. A seguire, troviamo la valutazione del grado di “imparzialità” nell’assegnazione dei voti (messa in lista dal 57%) e quella sulla “originalità e apertura alle novità” (su cui vorrebbe esprimersi il 51%).

Quasi il 90% delle ragazze e dei ragazzi, inoltre, alla scheda di valutazione dei docenti, ne affiancherebbero anche una sull’organizzazione generale del proprio istituto. Su cosa puntare per renderla efficace? Circa 1 studente su 2 la incentrerebbe su un “racconto” dell’ambiente scolastico (rapporti umani, sistema delle regole, gestione), 1 su 4 metterebbe principalmente a fuoco gli aspetti più strettamente didattici (programmi, modalità d’insegnamento, ecc.), 1 su 10 si concentrerebbe piuttosto sulle iniziative extra-scolastiche offerte dal proprio istituto e sulla “salute” dell’edificio che lo ospita ogni giorno (stato di conservazione di aule, palestre, laboratori ma anche la semplice pulizia).

E poi il 60% vorrebbe una pagella per i dirigenti scolastici. Meno sentita, ma non troppo, è invece quella per il resto del personale tecnico-amministrativo, i cosiddetti Ata: sarebbe da fare per il 56% degli alunni intervistati.

L’indagine effettuata da Skuola.net e Anp conferma una delle richieste che da molti decenni il mondo della scuola, nelle sue professionalità più avanzate, ripropone periodicamente: valutare le scuole e chi vi lavora. L’intento non è, naturalmente, punitivo ma cerca di allineare la scuola italiana alla maggioranza dei Paesi dell’Ocse, nell’ambito dei quali, ad esempio, la valutazione dei docenti è legata anche alla valorizzazione del merito e alle necessarie procedure di aggiornamento. I cauti tentativi svolti in tal senso nel corso di diverse legislature sono però finiti nel nulla. Quando, invece, una valutazione attenta del mondo della scuola potrebbe offrire, anche alle istituzioni governative, lo spunto per interventi sui punti di debolezza del sistema, con il conseguente miglioramento degli esiti formativi dei nostri studenti”, ribadisce Mario Rusconi, presidente Anp Roma.

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