Valutazione a scuola, tornano i giudizi sintetici alla primaria. Corsini: “Il voto è un capriccio degli adulti”
Nell’ambito scolastico, la necessità di rivedere e innovare le pratiche valutative è diventata un tema centrale di discussione. Cristiano Corsini, professore universitario di pedagogia sperimentale presso l’Università Roma Tre, ha condiviso le sue riflessioni durante il programma “A Tutti in Classe” su Rai Radio 1, sottolineando l’importanza di una valutazione formativa rispetto a quella sommativa.
Secondo Corsini, la valutazione formativa si distingue per il suo approccio rigoroso che, anziché penalizzare, utilizza gli errori come strumento di apprendimento. Questo tipo di valutazione evita di trasmettere agli studenti il terrore di sbagliare, un fattore che, come evidenziato, inibisce il processo di apprendimento. In contrasto, la valutazione sommativa tende a occultare gli errori, spesso modificandoli per promuovere l’alunno, una pratica che non favorisce un’appropriata crescita educativa.
L’argomento, di grande attualità, si inserisce in un dibattito più ampio che tocca varie questioni, tra cui l’efficacia del sistema dei voti. Un recente rapporto dell’Eurispes, basato su questionari somministrati a 4800 docenti, ha rivelato che il 60% di questi critica il sistema attuale dei voti. Tale dato rispecchia una crescente esigenza di riforma che va oltre le aule scolastiche, arrivando fino alle stanze della politica, dove si discute di modifiche legislative in merito alla valutazione scolastica.
La questione dei voti alla scuola primaria, eliminati nel 2020 e ora oggetto di un possibile ripristino, evidenzia la tensione tra il bisogno di una valutazione più significativa e la tentazione di adottare soluzioni semplicistiche che richiedono minori investimenti in termini di sviluppo delle competenze docenti.
Corsini mette in guardia contro la semplificazione del processo valutativo, sottolineando che evitare di dare un “brutto voto” non dovrebbe essere visto come un atto diseducativo, ma piuttosto come un’opportunità per promuovere una cultura dell’apprendimento che non si basi esclusivamente su fallimento e successo. Tale approccio richiede un cambio di paradigma che allontani la valutazione dall’essere un “capriccio degli adulti” e la trasformi in uno strumento effettivo per lo sviluppo educativo e personale degli studenti.
L’emendamento
All’articolo, apportare le seguenti modificazioni:
1) al comma 1, lettera a), è premessa la seguente:
“0 a) all’articolo 2, comma 1, le parole: “nel primo ciclo” sono sostituite dalle seguenti: “nella scuola secondaria di primo grado” ed è aggiunto, in fine, il seguente periodo: ‘A decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, la valutazione periodica e finale degli apprendimenti, ivi compreso l’insegnamento di educazione civica, delle alunne e degli alunni delle classi della scuola primaria è espressa con giudizi sintetici correlati alla descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti. Le modalità della valutazione di cui al primo e al secondo periodo sono definite con ordinanza del Ministro dell’istruzione e del Merito’.
2) dopo il comma 1, è inserito il seguente: ‘1-bis. All’articolo 1 del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 22, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 giugno 2020, n. 41, il comma 2-bis è abrogato’.
3) al comma 4, lettera b), dopo il numero 3), è inserito il seguente: “3-bis) prevedere la votazione in decimi per la valutazione periodica e per quella finale degli apprendimenti delle studentesse e degli studenti del secondo ciclo di istruzione, in ciascuna delle discipline di studio previste dalle Indicazioni nazionali per i licei e dalle Linee guida per gli istituti tecnici e professionali”.