Valditara vuole stipendi diversi in base al caro vita, Anief: a chi lavora lontano dal domicilio diamo un’indennità di trasferta

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“Certamente, la scuola ha bisogno di ulteriori risorse e su questo siamo d’accordo con il ministro Valditara. Ma le risorse In primo luogo devono essere trovate dal Governo per allineare gli stipendi di tutti i lavoratori almeno all’inflazione, cresciuta di 8,4 punti solo l’anno scorso e con un altro -6% atteso a fine 2023, contro la quale è stata adottata solo una mini-indennità di vacanza contrattuale.

Poi devono essere trovate altre risorse per ristorare tutti coloro che lavorano lontano dal proprio domicilio, dando loro indennità specifiche per la trasferta. In realtà, non bisogna finanziare solo la continuità didattica, ma sostenere soprattutto il sacrificio di chi spende molto spesso tutto il proprio stipendio per andare a lavorare a centinaia di chilometri da casa”. Così risponde Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, alle dichiarazioni odierne del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, sull’esigenza di trovare per nuove forme di finanziamento per la scuola pubblica, aprendo al sostegno dei privati, “anche per coprire gli stipendi dei prof che potrebbero subire una differenziazione regionale”.

Secondo il ministro dell’Istruzione “dobbiamo avere il coraggio di togliere istruzione e ricerca dai vincoli di Maastricht”. Inoltre “chi vive e lavora in una regione d’Italia in cui più alto è il costo della vita potrebbe guadagnare di più”. Comunque anche con l’autonomia differenziata “non credo che il contratto nazionale verrà toccato”. Anief ritiene che il Ccnl non può essere di certo toccato. Il sindacato ha invece espresso all’Aran l’esigenza di introdurre un’indennità di trasferta, ribadita nei tre incontri svolti questa settimana per trovare un accorso sul rinnovo della sezione normativa del contratto collettivo nazionale.

“Il comparto – ha detto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ha una quantità di precari molto più alta degli altri settori pubblici, soprattutto al Nord dove è più forte il flusso migratorio: è giusto assegnare, in questi casi, una indennità specifica legata alla trasferta e all’erogazione dei buoni pasti come avviene, ad esempio, pure per i metalmeccanici”. Il legislatore ha già affrontato l’argomento assegnando un assegno di mille euro per i docenti che insegnano nelle piccole isole e destinando 30 milioni di euro per la continuità didattica: “è sbagliato – incalza Pacifico – perché non c’è alcun ‘ristoro’ per chi deve affrontare spese sempre più alte, che a seguito del caro energia e inflazione a fine 2023 farà registrare un +15% in soli due anni. Non dimentichiamo che pure le frequenti richieste di trasferimento del personale sono spesso una conseguenza di questo stato di povertà salariare, dovuto ai costi eccessivi per vivere lontano dal domicilio e dai propri affetti”.

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