Valditara: “Oltre 40 aggressioni a docenti e ATA da settembre, vogliamo l’arresto in flagranza per chi aggredisce il personale”. E sullo schwa: “L’imposizione di simboli è atto di violenza contro la lingua italiana”

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Le aggressioni al personale scolastico hanno raggiunto numeri preoccupanti nelle scuole, con circa 40 episodi registrati dall’inizio dell’anno.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, intervenuto durante la trasmissione Mattino Cinque News, ha delineato una strategia articolata per contrastare il fenomeno della violenza nelle scuole. La prima misura riguarda il rafforzamento del voto in condotta, elemento che acquisirà un peso maggiore nella valutazione complessiva degli studenti.

Dalle sospensioni alla cittadinanza solidale

Una svolta significativa arriva nella gestione delle sanzioni disciplinari. Le tradizionali sospensioni verranno sostituite con attività di cittadinanza solidale, un approccio che mira a trasformare il momento punitivo in un’opportunità di crescita e consapevolezza per gli studenti. La nuova modalità intende responsabilizzare maggiormente i ragazzi attraverso un coinvolgimento attivo nella comunità scolastica.

Sanzioni economiche e conseguenze penali per i responsabili

Il piano ministeriale prevede l’introduzione di sanzioni pecuniarie per i genitori che si rendano protagonisti di aggressioni verso il personale scolastico. Le multe oscilleranno da un minimo di 500 euro fino a un massimo di 10mila euro. La novità più rilevante, che sarà presentata in un prossimo Consiglio dei Ministri, riguarda l’introduzione dell’arresto in flagranza per chi commette atti di violenza all’interno degli istituti scolastici. “Intendiamo portare questa proposta nel prossimo Consiglio dei Ministri”, ha affermato il ministro Valditara, sottolineando la determinazione del governo nel contrastare un fenomeno in preoccupante crescita.

La questione dello schwa

Il ministro ha preso una posizione netta sulla questione del linguaggio inclusivo nelle scuole. Durante il suo intervento a ‘Mattino Cinque’, il titolare del dicastero di viale Trastevere ha sottolineato il valore della lingua italiana come patrimonio culturale di rilevanza mondiale. La ricchezza della tradizione letteraria italiana rappresenta, secondo le parole del ministro, un elemento distintivo della nostra identità nazionale.

La posizione dell’Accademia della Crusca

Le argomentazioni del ministro si basano sulle indicazioni dell’Accademia della Crusca, massima istituzione linguistica italiana. L’aspetto fondamentale evidenziato riguarda l’assenza del genere neutro nella grammatica italiana, una caratteristica strutturale della nostra lingua che si è sviluppata principalmente attraverso l’uso parlato. La presa di posizione ministeriale sottolinea come l’introduzione di elementi estranei alla tradizione grammaticale italiana, quali asterischi e schwa, non trovi fondamento nella storia della nostra lingua.

Il ruolo del Ministero nella tutela linguistica

Per Valditara, l’imposizione di simboli non appartenenti alla tradizione grammaticale sono come “un atto di violenza” nei confronti della lingua italiana. Il ministro ha evidenziato come sia preciso dovere del Ministero dell’Istruzione vigilare sul rispetto delle regole grammaticali consolidate: “Siamo d’accordo che la lingua di oggi non sia quella di Dante, è evidente. Magari tra cent’anni si dirà bambin*, ragazz* e student* ma oggi credo che nessuno di noi in società sente qualcuno dire ‘quest* bambin’ o ‘quel* ragazz*’, è qualcosa di estraneo al linguaggio comune”.

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