Valditara: “Tanti giovani non sanno dove collocare il Po, il corsivo è la scrittura di chi riflette, lo stampatello di chi urla. Basta con la pedagogia della deresponsabilizzazione”

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Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, intervenendo al Congresso della Lega a Firenze, ha delineato la sua visione di una scuola che metta al centro merito, regole e responsabilità.

Secondo il titolare del dicastero di viale Trastevere, è necessario chiudere definitivamente l’epoca in cui questi valori erano considerati “disvalori” da una certa intellighenzia di sinistra. La formazione della persona deve partire dai primi anni di età, con un ritorno all’insegnamento delle regole fondamentali della grammatica e della sintassi, dando importanza ai riassunti e alla memoria attraverso lo studio delle poesie.

Il ritorno alle basi dell’apprendimento

Un punto cruciale riguarda la scrittura: “Il corsivo è il modo di esprimersi di chi riflette, lo stampatello di chi urla“, ha sottolineato il Ministro, evidenziando come le diverse forme di scrittura riflettano differenti approcci al pensiero e alla comunicazione. Particolare enfasi è stata posta anche sullo studio della geografia, disciplina fondamentale per orientarsi nel mondo contemporaneo. Il Ministro ha citato un dato allarmante: “Una parte importante dei nostri giovani non sa nemmeno dove situare il Po, rivelando una preoccupante lacuna nella conoscenza del territorio nazionale.

Le iniziative per una formazione completa

La visione ministeriale si estende a un approccio formativo che abbraccia diverse discipline. Il ritorno allo studio del latino viene proposto come strumento per sviluppare la logica e il ragionamento, mentre l’insegnamento della matematica viene ripensato secondo un percorso che parte dalla realtà per giungere alla teoria. Il Ministro ha inoltre sottolineato l’importanza dell’insegnamento della musica e dell’arte, materie che “acquisiscono sensibilità e danno profondità al nostro pensiero”. Un’attenzione particolare è stata dedicata anche alla lingua italiana, con il divieto di utilizzare asterischi e schwa, per preservare la purezza e la correttezza linguistica.

La rivoluzione culturale nella scuola

Il progetto di riforma si configura come una vera e propria rivoluzione culturale che mette al centro la persona. Valditara ha evidenziato la necessità di superare la “pedagogia dello spontaneismo e della deresponsabilizzazione“, per tornare a una scuola che valorizzi il merito e le differenze come ricchezza. In quest’ottica, sono state avviate iniziative concrete come ‘Agenda Sud‘ e ‘Agenda Nord‘, programmi strategici per garantire uguali opportunità formative a tutti gli studenti, indipendentemente dalla loro collocazione geografica. La scuola immaginata dal Ministro si propone come un luogo dove l’autorevolezza dei docenti, il rispetto delle regole e la valorizzazione dei talenti individuali costituiscono i pilastri fondamentali del processo educativo.

Le iniziative per il sistema scolastico

Per la prima volta, ha sottolineato il Ministro, è stato avviato un intervento strategico per garantire uguali opportunità formative a tutti gli studenti, indipendentemente dalla regione di provenienza. Attraverso Agenda Sud e Agenda Nord, il Ministero ha implementato una visione che abbraccia l’intero territorio nazionale. Particolare attenzione è stata dedicata alla personalizzazione della didattica e al Piano Estate, pensato per offrire un punto di riferimento agli studenti anche durante la pausa estiva.  Un’importante novità riguarda i docenti di sostegno: per la prima volta in vent’anni – ribadisce Valditara – i genitori degli alunni con disabilità possono richiedere la conferma dell’insegnante, garantendo quella continuità didattica fondamentale per gli studenti più fragili.

L’importanza del rispetto e delle regole

Il Ministro ha posto l’accento sul tema del rispetto e delle regole, diventati obiettivi di apprendimento nelle nuove linee guida sull’educazione civica. Valditara ha affrontato anche il tema delle occupazioni scolastiche e dei danneggiamenti agli istituti, citando il caso del Liceo Gullace di Roma, dove i danni hanno raggiunto i due milioni di euro. “Chi sfascia le scuole è un teppista e deve essere sanzionato senza se e senza ma”, ha dichiarato il Ministro, prendendo le distanze da chi giustifica questi comportamenti. La responsabilità e il rispetto dei beni comuni diventano così elementi centrali nel processo educativo, insieme alla necessità di dare maggiore autorevolezza al ruolo dei docenti.

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