Rinnovo contratto scuola, Valditara: “Abbiamo intenzione di chiudere entro l’anno”. Poi aggiunge: “Mai detto che i docenti del Nord saranno pagati dai privati”
Il Decreto Scuola continua a far discutere. Al Senato, durante la discussione del provvedimento, si è acceso un aspro confronto tra governo e opposizione sul ruolo dei privati nel finanziamento dell’istruzione.
“Ho solo auspicato che i privati, come accade in tutto il mondo, facciano la loro parte contribuendo a finanziare la scuola italiana”, ha precisato Valditara, smentendo categoricamente di aver proposto che gli stipendi dei docenti, in particolare quelli del Nord, siano pagati direttamente da finanziatori privati.
Il Ministro ha poi sottolineato come la quota di finanziamento privato all’istruzione in Italia sia nettamente inferiore rispetto ad altri Paesi europei, citando il dato del 2% della quota OCSE a fronte dello 0,5% italiano.
“Chiedere un contributo ai privati, agli imprenditori, a coloro che hanno le disponibilità finanziarie e l’interesse economico per far sì che la nostra scuola possa essere sempre più dotata di risorse credo che sia qualche cosa di opportuno e di necessario”, ha aggiunto Valditara.
Valditara, poi, ha sottolineato l’impegno del governo a valorizzare il lavoro degli insegnanti, citando come prova i due contratti, di cui uno già siglato e il secondo in via di definizione entro l’anno. “Stiamo facendo la nostra parte”, ha dichiarato il Ministro, “come dimostrato dai due contratti che contengono risorse mai viste prima d’ora destinate agli aumenti degli stipendi del personale della scuola”.
Il discorso integrale
“Onorevoli Senatori, voglio replicare, perché mi paiono nella loro veemenza non corrispondenti alla realtà degli emendamenti approvati e del testo presentato dal governo. E soprattutto non rispondenti agli effetti degli emendamenti approvati e del testo presentato dal governo.
Iniziamo con l’emendamento parlamentare relativo ai dirigenti scolastici. Non è vero che vi sarà uno scavalcamento da parte dei vincitori del concorso riservato ad anno dei futuri vincitori del concorso ordinario, semplicemente perché il concorso ordinario non si è ancora concluso e quindi i vincitori del concorso ordinario potranno prendere servizio soltanto dal prossimo anno scolastico. E dunque noi abbiamo programmato che ci saranno i posti necessari per dare copertura al concorso ordinario che si sta svolgendo. Da questo punto di vista, l’alternativa sarebbe stata quella di affidare a dirigenti reggenti, cioè estendere l’istituto della reggenza, che proprio voi avete più volte criticato in passato, che non garantisce ovviamente quella qualità dell’intervento da parte del dirigente scolastico. Quindi l’alternativa era o 500 reggenze oppure questo provvedimento, che non toglie alcun diritto, alcuna prerogativa a coloro che si sono iscritti al concorso ordinario.
Poi c’è il problema della specializzazione dei docenti precari sul sostegno. Bene, io credo, con grande… lo dico con grande pacatezza, credo che a voi non sfugga la realtà e mi fa piacere che, pur polemizzando, la senatrice Malpezzi in qualche modo abbia riconosciuto la gravità del problema. Bene, vi do soltanto un dato che credo sia testimonianza di una situazione drammatica: al Nord, su 31.133 posti, 10.897 non saranno assegnabili per carenza assoluta di candidati specializzati. Sappiamo che ci sono 85.000 docenti precari sul sostegno che non hanno la specializzazione, che il sistema universitario non può e non è in grado di formare. Dunque l’alternativa è che noi ai nostri ragazzi con disabilità non offriamo una docenza specializzata sul sostegno per 85.000 unità e credo che, dunque, la soluzione che noi abbiamo individuato di coinvolgere l’Indire, fra l’altro anche da questo punto di vista per la prima volta si dà rilievo al parere dell’Osservatorio per l’Inclusione, per la prima volta nella definizione di quel percorso di specializzazione che sarà di almeno 30 crediti formativi… qualcuno ha detto che sarebbe stato inferiore ai 30 crediti, ho letto da qualche parte addirittura 10 crediti… falso, mai detto questo! La legge specifica almeno 30 crediti formativi e per la definizione di questi 30 crediti sarà coinvolto direttamente l’Osservatorio per l’Inclusione, così come non accade per il TFA. Allora, anche da questo punto di vista, io credo che se noi non fossimo intervenuti non avremmo dato delle opportunità ai nostri ragazzi di avere docenti sempre più preparati, sempre più specializzati.
D’altro canto, è stata criticata anche la norma che coinvolge le famiglie e che consente alle famiglie di chiedere la continuità didattica, una norma che le associazioni della disabilità da vent’anni chiedevano alla politica e che la politica non ha mai avuto il coraggio di affrontare perché certi sindacati, per fortuna non tutti ma certi sindacati, non erano d’accordo. E allora devo dire, da questo punto di vista, che ho sentito addirittura un’affermazione scandalosa: “Valditara vuole portare i privati nella scuola”, cioè le famiglie sarebbero i privati! Ma ragazzi miei, scusate se mi permetto questa bonaria e veramente benevola terminologia, cari onorevoli, ma conosciamo l’articolo 30 della Costituzione, che attribuisce ai genitori il diritto-dovere di istruire, educare, formare i propri figli! E allora i genitori non sono i privati che entrano nella scuola, perché se la scuola, come io sostengo e come noi sosteniamo e come questo governo sostiene, deve avere al centro la persona, perché questo è quello che la Costituzione vuole, al centro la persona, innanzitutto la persona, lo studente, è evidente che prima di tutto deve avere a cuore il destino, il futuro degli studenti con disabilità.
Poi ho sentito anche polemizzare su CIMEA, anche qua ho… le ho sentito alla Camera, qui al Senato, delle affermazioni del tutto improprie. Innanzitutto devo dire che, per quanto riguarda i docenti su posto comune, è stato abbattuto l’arretrato, il contenzioso… cito a memoria, ma avevo risposto alla Camera ad un’interrogazione parlamentare sul sostegno… ha abbattuto di circa 4.000… cioè risolto posizioni per circa… per oltre, se non ricordo male, 4.000 unità e quindi 4.000 situazioni che sono state trattate, risolte da CIMEA. Quindi non è vero che sono stati buttati via i soldi pubblici, semmai la necessità di un’accelerazione dovuta a una sentenza anche del Consiglio di Stato e a risolvere un problema che, oggettivamente, da troppi anni si trascinava. Perché, vedete, sia per quanto riguarda il discorso degli specializzati sul sostegno, dell’assenza di specializzazione sul sostegno, sia per quanto riguarda il problema, anche qua, degli abilitati all’estero… e purtroppo negli anni passati non si è fatto nulla per essi, i governi passati non si è fatto nulla, e noi finalmente risolviamo un problema annoso, un problema che riguarda migliaia e migliaia di precari che insegnano nella nostra scuola. E allora, da questo punto di vista, non dobbiamo dimenticarci che c’è una giurisprudenza europea, ci sono norme europee, c’è una giurisprudenza italiana che ci obbliga comunque ad intervenire. Credo che questa soluzione, che coinvolge ancora una volta l’Indire, che consente anche qua di abilitarsi con il raggiungimento di un certo numero importante di crediti, tenendo conto oggettivamente che all’estero non vi è un sistema simile a quello italiano e quindi è necessario avere un numero di crediti che sia idoneo a dare una formazione completa a questi docenti… bene, anche qua noi non abbiamo fatto una norma che in qualche modo si configura come una sanatoria, assolutamente non è affatto una sanatoria, tanto è vero che prevediamo un percorso ulteriore. Semmai risolviamo un problema che è un problema annoso, è un problema delicato.
Poi si è fatta pure polemica sul discorso dell’insegnamento della lingua italiana agli stranieri di prima generazione. Beh, io vorrei ricordarvi i dati dell’Istat, non sono nemmeno dati Invalsi, sono dati dell’Istituto di Statistica Nazionale, per cui oltre il 30% dei ragazzi stranieri di prima generazione abbandona la scuola perché non ha le competenze necessarie, perché ha difficoltà a proseguire per carenze, innanzitutto nella conoscenza della lingua italiana. L’Invalsi ha certificato addirittura un anno, ma forse qualche più recente studio parla di due anni, in quinta elementare, in meno di preparazione sulla lingua italiana. Noi, per la prima volta, interveniamo innanzitutto con una verifica della conoscenza della lingua italiana, poi, già dal prossimo anno scolastico, una formazione obbligatoria pomeridiana per questi ragazzi che non conoscono adeguatamente la lingua italiana o che non la conoscono affatto, e poi con la formazione e il reclutamento di appositi insegnanti specializzati per insegnare l’italiano agli stranieri. Beh, questa è una misura di grande inclusione, perché ragazzi, perché, perché, cari onorevoli, vedete, se un ragazzo non conosce la lingua italiana non può neanche integrarsi, non può conoscere la cultura italiana, non può neanche avere i mezzi, gli strumenti per apprendere la matematica, per apprendere la storia, per apprendere tutto quello che è il patrimonio culturale che la scuola gli offre. E non è un caso, dunque, che ci sia un abbandono così elevato fra gli studenti stranieri di prima generazione. E allora credo che forse un intervento di questo tipo avrebbe dovuto essere accolto con maggior, come dire, condivisione da parte di chi ha veramente a cuore il problema dell’integrazione dei giovani stranieri nel nostro sistema e nella nostra società.
E concludo con una smentita drastica nei confronti della senatrice che è intervenuta precedentemente, che ha affermato che io avrei dichiarato che i docenti del Nord… o avrei auspicato che i docenti del Nord vengano pagati dai privati. Questa affermazione è totalmente falsa, non ho mai dichiarato qualcosa di simile, ho semplicemente auspicato che anche i privati, come accade in tutto il mondo, facciano la loro parte contribuendo a finanziare la scuola italiana. Perché, vedete, la quota OCSE del 2% di finanziamento privato, la quota italiana dello 0,5%… forse credo che chiedere un contributo ai… ai privati, agli imprenditori, a coloro che hanno le disponibilità finanziarie e l’interesse economico per far sì che la nostra scuola possa essere sempre più dotata di risorse, credo che sia qualcosa di opportuno, di necessario. Fermo restando che il governo sta facendo la sua parte, come ha dimostrato con i due contratti: il primo già siglato, il secondo che stiamo… abbiamo in animo di siglare entro quest’anno e che certamente contengono risorse mai prima d’ora destinate agli aumenti degli stipendi del personale della scuola, mai prima d’ora realizzati. Grazie per l’attenzione.”