Storia contemporanea anche al biennio delle superiori, Valditara: “Storia e geografia devono essere centrali. Gruppo di lavoro sulle materie umanistiche”
Durante il Question Time al Senato, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha affrontato la questione cruciale della riforma dei programmi scolastici, evidenziando la necessità di rafforzare l’insegnamento della storia e della geografia nelle nostre scuole. La sollecitazione è arrivata da un’interrogazione parlamentare presentata da Fratelli d’Italia.
Tale intervento si iscrive in un contesto educativo che ha visto, negli ultimi anni, una progressiva evoluzione verso un modello centrato su obiettivi formativi e traguardi di competenza attesi per ogni grado di istruzione.
La riforma del 2007, attraverso le Indicazioni per il curricolo, aveva introdotto una periodizzazione unica dei contenuti per la storia e la geografia, successivamente confermata dalle Indicazioni nazionali del primo ciclo del 2012. Valditara ha posto l’accento sulla necessità di valutare modifiche alla progressione dei contenuti, degli obiettivi e dei traguardi per queste discipline, nell’ambito della revisione delle predette Indicazioni nazionali.
Il Ministro ha sottolineato l’importanza di sviluppare un pensiero critico negli studenti, per permettere loro di navigare la complessità del mondo contemporaneo. In questo scenario, lo studio della storia e della geografia risulta centrale, fornendo gli strumenti cognitivi necessari per comprendere le radici della nostra civiltà e interpretare il presente.
Valditara ha anche sottolineato l’importanza di approfondire lo studio delle culture e dei periodi storici che hanno maggiormente caratterizzato la nostra civiltà, così come di conoscere le società, economie, istituzioni e cultura dei Paesi moderni. Il ministro ha apprezzato il riferimento alla cultura greca e alla cultura romana contenuto nell’interrogazione parlamentare, sottolineando la necessità di assicurare lo studio di queste materie nell’intero ambito della scuola dell’obbligo.
In conclusione il Ministro ha rassicurato sul fatto che il Ministero sta prestando attenzione a queste tematiche, avendo costituito un gruppo di lavoro sulle discipline umanistiche.
La risposta integrale del Ministro dell’Istruzione e del Merito
Occorre premettere che la individuazione prescrittiva delle tematiche oggetto di insegnamento nelle scuole – che prima si definivano “programmi” – è stata sostituita, da tempo, da un modello incentrato sugli obiettivi formativi e sui traguardi di competenza attesi per ogni grado di istruzione.
In tale contesto, la periodizzazione unica dei contenuti e delle tematiche afferenti alla storia e alla geografia per ogni ciclo di istruzione – introdotta con le Indicazioni per il curricolo del 2007 – è stata confermata, da ultimo, dalle Indicazioni nazionali del primo ciclo del 2012.
La modifica della progressione dei contenuti, degli obiettivi e dei traguardi per le discipline di storia e geografia sarà, dunque, valutata nell’ambito della revisione delle predette Indicazioni nazionali, la cui definizione, ovviamente, richiede il necessario coinvolgimento della comunità scolastica.
Al riguardo, intendo chiarire che per me la scuola deve sviluppare nelle studentesse e negli studenti quel pensiero critico con cui affrontare la complessità del nostro tempo, in un mondo in continuo cambiamento.
A tale scopo, risulta centrale lo studio della storia e della geografia, che forniscono gli strumenti cognitivi necessari per capire da dove veniamo, chi siamo e dove vogliamo andare.
Non vi è dubbio, infatti, che per comprendere e definire il ruolo che intendiamo ricoprire, sia come individui che come comunità, è indispensabile approfondire lo studio delle culture e dei periodi che hanno maggiormente caratterizzato la nostra civiltà, così come conoscere società, economie, istituzioni e cultura dei Paesi moderni.
Per questo motivo – “repetita iuvant” – ritengo davvero che non si possa consentire che lo studio di queste culture – e apprezzo molto il riferimento alla cultura greca e alla cultura romana – e, più in generale, dei periodi storici che da esse discendono, così come della geografia, non sia assicurato a pieno nell’intero ambito della scuola dell’obbligo.
Tanto premesso, intendo rassicurare sul fatto che la questione è all’attenzione del Ministero, che ha costituito un gruppo di lavoro sulle discipline umanistiche, volto proprio ad approfondire quelle istanze di rinnovamento nella didattica di queste materie, la cui rilevanza è testimoniata, tra l’altro, dalla stessa attenzione rivolta dai senatori interroganti in questa specifica occasione.