Valditara: “La sospensione come viene intesa oggi non è efficace. Basta Playstation e cellulare ai ragazzi puniti”

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Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, intervistato a “Il giorno de La Verità” a Milano, ha espresso la sua visione sulla sospensione scolastica e l’integrazione degli studenti stranieri.

Secondo Valditara, la sospensione come viene intesa oggi non è efficace. “Se si sospende un ragazzo che ha picchiato un insegnante e lo si tiene a casa 15 giorni si sbaglia, perché in quei 15 giorni giocherà alla PlayStation e con il cellulare e frequenterà magari cattive compagnie,” ha affermato. Il Ministro propone invece una sorta di servizio sociale: “Se è costretto a lavorare in ospedale o in una casa di riposo con gli anziani, una specie di servizio sociale dove si impara la solidarietà” sarebbe un metodo più efficace.

Parlando del bullismo, Valditara lo definisce come un problema derivante da un “ego ipertrofico” e sottolinea l’importanza del rispetto verso docenti, personale scolastico e studenti.

Altro tema affrontato dal Ministro è l’integrazione degli studenti stranieri. “Lo studente straniero ha un anno in meno di formazione rispetto a uno studente italiano,” ha osservato Valditara, proponendo una verifica della conoscenza della lingua italiana e corsi di potenziamento per gli studenti stranieri che hanno difficoltà con l’italiano e la matematica.

Per favorire l’apprendimento della lingua, Valditara ha annunciato un decreto che prevede corsi di italiano “concentrati alla mattina e poi, al pomeriggio, obbligatoriamente, si approfondisce l’italiano con degli insegnanti che abbiamo già previsto di formare e con una dote economica adeguata”. Il Ministro ha poi citato un dato Istat secondo cui il 30% dei ragazzi stranieri di prima generazione si disperde, sottolineando come questo dato, il più alto in Europa, significhi “non inclusione” e che “un terzo dei ragazzi stranieri rischia di non avere in mano nulla per affrontare il futuro”. Valditara conclude chiedendo provocatoriamente: “È razzista preoccuparsi di questo o è razzista non fare nulla? Perché se qualcuno mi dice che va bene così non ha una grande coscienza democratica”.

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