Valditara: “In classe tornino il concetto di Patria e il rispetto per gli insegnanti. Quando andavo a scuola i genitori stavano sempre dalla parte dei docenti”

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Lunga intervista al quotidiano “Libero” per il neo ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. L’intervento arriva il giorno dopo la celebrazione del 4 novembre.

Nella circostanza della Festa delle Forze Armate, Valditara ha inviato un lungo messaggio agli studenti.

Al quotidiano spiega il motivo: “È importante che i giovani tornino a riflettere su alcune date simboliche della nostra storia nazionale. La nostra identità non può prescindere da ciò che ha rappresentato il Risorgimento. C’è da preservare e rivalutare il concetto di ‘appartenenza’, di ‘patria’, senza cadere, naturalmente, in quello di nazionalismo che del patriottismo è la degenerazione. Senza consapevolezza di ciò che ci appartiene, del nostro passato, rischiamo una società frammentata, disgregata”.

Rispetto per gli insegnanti

Sulla notizia del pugno rifilato dal docente allo studente, Valditara afferma: “Nella scuola è saltato da tempo il riconoscimento dell’autorevolezza dei docenti. Dobbiamo ripristinarla nella società e nelle classi. Assistiamo ad una delegittimazione del docente che, in qualche cosa, parte dalle famiglie. Quando andavo a scuola io, a cavallo degli anni ’70, e ricevo una nota o un brutto voto, i miei genitori si mettevano sempre dalla parte degli insegnanti. Per converso anche i docenti devono avere sempre il senso della propria professione, mai tradendola con parole o comportamenti che non siano consoni alla loro straordinaria missione educativa”.

Poi aggiunge: “Il mio impegno sarà quello di riportare in tutte le scuole d’Italia un clima sereno, maturo, responsabile, con una scuola che dia agli studenti gli strumenti per realizzarsi nella vita e in cui si ripristini l’autorevolezza dei docenti”.

Il merito

Sul Merito, invece: “Trovo che ci sia un atteggiamento prevenuto, ovvero di involontaria accettazione di una società classista dove chi nasce povero continua ad essere povero. Ho avvertito la reazione di chi, nei fatti, accetta la cristallizzazione della società in uno schema quasi castale, senza capire che il merito consiste nella valorizzazione dei talenti di ognuno, in una scuola che tiri fuori e valorizzi la ricchezza che c’è in ogni studente”.

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