Valditara difende la riforma del voto in condotta: “Chi critica non ha capito”

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Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, risponde alle critiche sulla riforma del voto in condotta, affermando che chi la contesta “non ha capito molto di quello che significa”. Secondo il Ministro, l’obiettivo della riforma è quello di “responsabilizzare i ragazzi e farli crescere”, aiutandoli ad acquisire maturità.

Valditara sottolinea l’importanza di far comprendere ai giovani che vivono in una società e non in una “giungla” dove tutto è permesso. La cultura del rispetto verso gli insegnanti, i compagni e i beni pubblici è fondamentale, e chi sbaglia deve essere consapevole delle conseguenze delle proprie azioni.

Opposizione alla reintroduzione dei giudizi sintetici alla primaria

Nonostante la posizione del Ministro, l’opposizione alla riforma non si placa. Il pedagogista Daniele Novara e il maestro Alex Corlazzoli, contrari alla reintroduzione dei giudizi sintetici alla scuola primaria, si appellano al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Hanno raccolto oltre 8.000 firme per bloccare la misura, definita un “colpo di mano sulla valutazione”. La battaglia si sposta ora alla Camera dei Deputati, dove il DDL dovrà affrontare la fase finale del suo iter.

Dibattito aperto sul futuro della valutazione

La questione del voto in condotta e dei giudizi sintetici alla primaria continua a dividere l’opinione pubblica. Da un lato, chi sostiene la necessità di strumenti di valutazione più rigorosi per responsabilizzare gli studenti; dall’altro, chi teme un ritorno a un sistema giudicante e poco attento alle esigenze individuali degli alunni. Il dibattito resta aperto, in attesa delle decisioni definitive della Camera.

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DISEGNO DI LEGGE

In tre articoli, il provvedimento introduce una stretta sul voto in condotta, multe fino a 10.000 euro per chi aggredisce il personale scolastico (e viene condannato penalmente) e il ritorno ai “giudizi sintetici” per la scuola primaria.

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