Valditara conferma incentivi agli insegnanti in servizio nelle aree disagiate, Anief: mossa azzeccata, ora si passi alla fase 2 con modifiche ad hoc nella Legge di bilancio
“Il Governo conferma gli interventi urgenti da attuare nelle aree disagiate del Paese, anche incentivando gli insegnanti con risorse e punteggio aggiuntivo”.
A dichiararlo è stato oggi il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, durante un intervento tenuto nella Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza urbana, mostrando determinazione nell’affrontare il problema della dispersione scolastica, soprattutto nelle aree disagiate del Mezzogiorno. Il messaggio del ministro è conseguenziale all’approvazione del decreto Caivano, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 settembre, in contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile: il decreto introduce importanti azioni nelle scuole più a rischio dispersione, la formazione ad hoc di docenti, che aumenteranno anche di numero, incentivi a chi rimane nella stessa sede scolastica per tre anni, pene fino a due anni di carcere per le famiglie che non mandano i figli a scuola, una “stretta” sulla fruizione di contenuti on line non adatti ai minori, l’ammonimento per i giovani tra i 12 e i 14 anni, più severità verso gli over 14.
“Quella di potenziare gli organici del personale è una mossa azzeccata – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -, ma se l’impostazione della legge è buona, con la Legge di bilancio 2024 bisognerà intervenire per ampliare e confermare per tre anni l’organico aggiuntivo, oggi assicurato solo per poco più di due mesi e per meno di 9 mila unità. È chiaro che occorrono ulteriori risorse per formare il personale e assegnare delle indennità adeguate, in proporzione, su questo ha ragione il ministro, alle difficoltà incontrare nei territori ad alto rischio dispersione. Come sindacati, sono anni che chiediamo una specifica indennità di per chi lavora in sedi scolastiche lontane da casa: dovrebbe valere sia per i precari sia per chi è di ruolo, così come avviene in altri comparti a partire dai metalmeccanici”.
“Riteniamo che però la priorità non è quella di incentivare chi rimane fermo per tre anni, ma cancellare i vincoli sulla mobilità del personale. Come pure quella di introdurre un piano straordinario di immissioni in ruolo con il doppio canale di reclutamento con lo scorrimento delle graduatorie per le supplenze: questo porterebbe immissioni in ruolo sicure a chi ha competenze acquisite negli anni, garantendo quindi pure la continuità didattica. Le assunzioni dovrebbe anche riguarda i posti in deroga: piuttosto che gli incarichi pluriennali – conclude Pacifico – la strada da percorrere è quella della creazione di un unico organico di diritto”.