Valditara: “3 miliardi per aumentare lo stipendio dei docenti del 5,8%. Cerchiamo risorse per arrivare al 6%”
“Quando si parla di un rapporto fissato al 2022 fra la scuola pubblica italiana e la spesa media OCSE dobbiamo sottolineare che comprendono anche l’istruzione terziaria e la ricerca. Dunque parlando di scuola si parla di 2.9 media italiana e 3.2 di media OCSE. Deve aumentare la spesa pubblica ma anche la spesa privata”.
Lo ha detto il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara nel corso del suo intervento alla presentazione del rapporto OCSE “Education at a Glance 2024”.
“C’è un dato interessante – spiega Valditara – destinato a rendere più equa la classe dirigente futura. Le ragazze conseguono risultati migliori e in Italia sono del 37% a fronte del 24 % degli uomini per quanto riguarda la formazione terziaria“.
Per quanto riguarda invece i dati STEM, qui “c’è ancora un gap per la popolazione femminile“.
Secondo il Ministro “per colmare le differenze bisogna investire sugli asili nido. Dobbiamo incoraggiare la presenza di bambini che vengono da famiglie meno agiate. Lo dice anche l’OCSE”.
Infatti, “un dato negativo è il crollo degli investimenti degli asili nido fino al 2021. Ora, grazie ai fondi del Pnrr e all’integrazione di questo Governo che ha investito di ulteriori 562 milioni di euro, noi riteniamo di poter colmare questo Gap nei prossimi anni”.
Spesa per studente e rapporto studente/docente
Altro dato evidenziato da Valditara, “è che al 2022 la spesa per studente è 13.799 alla primaria, quindi nella media OCSE. Invece, è 13.739 per le secondarie. Gioca per altro il maggior investimento fatto in laboratori fino al 2022 negli altri Paesi. Ma questo divario sarà colmato grazie al Pnrr, oltre al miliardo in più aggiunto da questo Governo“.
Invece, al 2022 il rapporto studente-docente “i dati sono incoraggianti. Di fronte al crollo degli iscritti abbiamo mantenuto lo stesso organico. E anche quest’anno è accaduto lo stesso“.
Stipendi
Per quanto riguarda il tema dei salar dei docenti, c’è una situazione molto negativa che proviene dall’OCSE, “anche se non tiene conto dall’ultimo contratto firmato a gennaio 2024“, evidenzia il capo del dicastero di Viale Trastevere, che prosegue: “fra il 2015 e il 2022, i salari sono diminuiti del 6% contro un aumento medio OCSE del 4%“.
E ancora: “L’ultimo contratto prima di questo blocco è stato firmato nel 2009, poi è arrivato nel 2020. Nel gennaio 2024 abbiamo siglato un contratto con un aumento del 4,5%, grazie anche a quell’incremento di risorse che ho voluto spostare da microprogetti al contratto, quindi all’aumento degli stipendi. Non dimentichiamoci che abbiamo destinato 3 miliardi per il nuovo contratto che andremo a siglare già quest’anno forse, che dovrebbe comportare un aumento del 5,8% ma si cercano altre risorse per arrivare al 6%. A questo va aggiunto anche il taglio del cuneo fiscale”.
Dispersione scolastica
Il Ministro, per chiudere il quadro, mette anche in campo i dati Invalsi: “secondo i dati Invalsi la dispersione scolastica esplicita era il 13,3% nel 2019, passata al 14,2% al 2020 e la stima per il 2024 è del 9,4 %. Quindi per quanto riguarda l’abbandono scolastico, si sarebbe superato l’obiettivo del Pnrr e quasi raggiunto l’obiettivo 2030“.
Infine, “per quanto riguarda la dispersione implicita siamo passati all’8,6%. Per la prima volta si scende sotto la soglia del 10% nel Mezzogiorno, rispetto a tassi molto più elevati in precedenza. In questo contesto si ha un recupero notevole al Sud ed è un dato estremamente incoraggiante”.
LA PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO OCSE