Uso precoce degli smartphone, ripensare la cura in famiglia, l’alienazione parentale: i dossier sul tavolo della nuova Garante dell’Infanzia

Maria Rita Terragni è stata nominata nuova Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza. In un’intervista al Sole24Ore, Terragni ha individuato alcune priorità che guideranno il suo operato. L’uso precoce dei dispositivi digitali, la tutela della generazione Z, il fenomeno dell’alienazione parentale e la valorizzazione della cura come fondamento sociale sono le questioni individuate dalla Terragni come prioritarie.
Uso precoce degli smartphone
Uno dei principali temi affrontati da Terragni è l’accesso precoce ai dispositivi digitali da parte dei bambini. La garante ha sottolineato l’importanza di regolamentare questo aspetto, anche alla luce di uno studio condotto dal New York Times che mostra come molti giovani della generazione Z, la prima generazione nativa digitale, siano contrari a concedere smartphone (45% degli intervistati) ai propri figli prima dei 14 o a limitarne l’uso (57% degli intervistati).
“C’è da regolare tutta la questione dell’accesso al digitale”, ha affermato Terragni, evidenziando l’urgenza di proteggere i minori dagli effetti nocivi del consumo digitale incontrollato.
La garante ha anche messo in discussione l’abitudine diffusa tra i genitori di essere sempre connessi, spesso distogliendo l’attenzione dai propri figli. “Quando tu vedi in giro giovani madri o padri che spingono passeggini guardando il cellulare, capisci cosa può pensare un bambino: ‘Voglio quella roba, la voglio anche io’.” Terragni propone un ritorno agli spazi reali, dove i bambini possano vivere esperienze corporee e relazioni autentiche, come suggerisce lo psicologo Jonathan Haidt, autore del libro “La Generazione Ansiosa”.
La cura come valore fondante della società
Un altro punto chiave nell’agenda della garante è il ripensamento del concetto di cura, intesa come valore centrale per le società umane. Terragni ha definito l’invecchiamento della popolazione come uno dei fattori principali che contribuiscono alla denatalità, poiché il carico di lavoro di cura grava sulle famiglie, in particolare sulle donne.
Per affrontare questo problema, la garante propone una vera e propria “care revolution”. L’idea è quella di restituire centralità alla cura reciproca, non più percepita come un peso da sostenere in silenzio, ma come elemento fondante del vivere sociale. “Le comunità umane nascono proprio su questo, sul darsi assistenza reciproca, sul darsi cura”, ha spiegato, evidenziando l’importanza di costruire relazioni basate sull’aiuto e la solidarietà.
Alienazione parentale: un primo tavolo di lavoro
Un’altra questione urgente è quella dell’alienazione parentale. Questo tema è al centro di un appello rivolto a Terragni da parte di femministe e giornaliste, che chiedono un intervento sul fenomeno. “Risponderò ricevendole a breve giro”, ha dichiarato la Garante, annunciando l’apertura di un tavolo di confronto. L’obiettivo è raccogliere proposte e informazioni per affrontare un problema che coinvolge anche la magistratura.
Terragni ha inoltre sottolineato che la sua posizione, priva di un background giuridico, potrebbe rappresentare un vantaggio. La sua intenzione è ascoltare tutte le parti interessate, per agire con consapevolezza e collaborazione su questo tema delicato.
Cos’è l’alienazione parentale
L’alienazione parentale, spesso indicata con l’acronimo PAS (Parental Alienation Syndrome), è una controversa condizione psicologica che si manifesterebbe nei casi in cui un genitore influenza negativamente il rapporto tra il figlio e l’altro genitore, portando il bambino a rifiutarlo o a mostrare ostilità ingiustificata nei suoi confronti. Sebbene sia un termine comunemente utilizzato nei contesti di separazione e divorzio conflittuali, non è ufficialmente riconosciuto come diagnosi clinica nei principali manuali diagnostici internazionali.
Secondo i sostenitori del concetto, l’alienazione parentale si svilupperebbe quando uno dei genitori – spesso definito “alienante” – manipola il figlio, creando un’immagine negativa dell’altro genitore – detto “alienato”. Le strategie utilizzate per influenzare il bambino possono includere:
- denigrazione costante del genitore alienato;
- coinvolgimento del bambino nei conflitti tra i genitori;
- falsificazione o esagerazione di eventi per alimentare la sfiducia;
- isolamento del bambino dal genitore alienato e dalla sua famiglia.
Questi comportamenti possono portare il bambino a sviluppare sentimenti di paura, rabbia o rifiuto verso il genitore alienato, compromettendo il rapporto affettivo.