Usare la natura come strumento di apprendimento, ecco come fare: “Peer education” e un’UdA in allegato
L’educazione è uno sforzo cosciente da parte di una persona o di un gruppo di persone per sviluppare tutti gli aspetti della personalità e delle abilità possedute dagli esseri umani nel loro stare insieme sia nell’ambiente scolastico che al di fuori della scuola.
L’apprendimento ottimale sul quale lavorare, in questa società fortemente ancorato alla tecnologia con alunni e, sovente, docenti immersi nei social, è quello di introdurre gli studenti nell’ambiente naturale nel quale vivono e operano, sfruttando intensamente e al meglio, gli spazi, per esempio, esterni alla scuola. Ciò, non solo per imparare dagli aspetti della conoscenza diretta, frutto di immersione e di modalità nuova per assaporare l’ambiente ma, anche, per promuovere atteggiamenti sociali e per permettere, ai nostri allievi, di ampliare i loro orizzonti proiettandoli, prioritariamente, verso l’ambiente circostante. Le lezioni diventano, dunque, la conoscenza dell’universo e dei suoi contenuti. L’insegnante acquista, così, un ruolo importante. In questo caso, l’insegnante si proietta verso modalità nuove di approcciarsi al mondo e diventa manager ambientale e facilitatore in una classe che determina la qualità dell’apprendimento stesso. L’insegnante che deve essere creativo e dinamico diventa, così, capace di provare calore per tutti e comprensione educativa e formativa per le esigenze degli studenti in questa prospettiva rinnovata di attenzione poliedrica alla natura. Tuttavia, l’ostacolo per gli insegnanti sono le limitate strutture di apprendimento esterni alla scuola: giardini, parchi e aiuole.
La natura come struttura di apprendimento
Usare la natura come struttura di apprendimento – affermano Irsan e Aswat – è la migliore scelta che si può fare nelle scuole la cui unica ricerca è finalizzata a definire laboratori strutturati di tipo tecnologico; il laboratorio “ambiente”, come avrebbe detto Maria Montessori, è, invece, il luogo migliore in cui è possibile effettuare esperimenti ed eseguire indagini. La natura include tutta la materia vivente e, congiuntamente, tutte le sensazioni a essa collegate. La natura in una visione ampia supera il significato del mondo fisico e del mondo materiale, e si proietta alla purezza della sua dimensione astrale. Il laboratorio naturale diventa, dunque, l’uso che sappiamo determinare dell’ambiente intorno alla scuola per apprendere attraverso l’osservazione e il contatto diretto con l’oggetto dell’apprendimento. Così come si sta sperimentando, e avviene, all’Istituto Comprensivo “Renato Guttuso” di Carini, guidato con molta competenza dal dirigente scolastico prof.ssa Valeria La Paglia, a partire dalla “Giornata Nazionale degli alberi/ Festa dell’albero” del 21 novembre us e dalla piantumazione di alcuni ulivi (al Plesso Centrale di Via Ischia a opera degli alunni di due classi quinte della scuola Primaria del Plesso Vanni Pucci che hanno incontrato pedagogicamente due classi di seconda classe di scuola Secondaria di I grado in uno slancio ideale di collaborazione).
L’apprendimento deve utilizzare risorse naturali
L’apprendimento che utilizza risorse naturali (questa giornata ha offerto a moltissimi istituti l’occasione per mutare il modello formativo), oggi più di prima, diventa essenzialmente, insostituibile; l’utilizzo dell’ambiente naturale intorno agli studenti come risorsa per le esigenze di apprendimento è vitale al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati: una scuola attenta ai bisogni della comunità e alunni pronti a prendere in mano il loro futuro e a pianificarlo nel rispetto più assoluto della più importante risorsa di cui l’uomo dispone: l’ambiente. Ciò significa, come stanno sperimentando gli alunni dell’IC “Renato Guttuso” di Carini, che l’apprendimento trarrà vantaggio dall’ambiente come risorsa per raggiungere obiettivi predeterminati e finalizzati a far crescere una società attenta ai bisogni di tutti. Utilizzando l’ambiente si aumenta, infatti, la consapevolezza degli studenti verso le tematiche legate alla natura e si spinge loro ad amare l’habitat nel quale vivono e per il quale sognano meraviglie. Questo ambiente, così concepito e vissuto, sarà più significativo e utile per ciascuno dei nostri alunni.
L’ambiente naturale è stato una fonte di conoscenza fin dall’inizio dell’umanità
L’ambiente naturale – giustamente asseriscono Samritin e Suryanti – è stato sempre una fonte di conoscenza. Possiamo dire che lo è stato fin dall’inizio dell’umanità. La natura non solo ha fornito aria e cibo per le cose vive (non solo gli umani, dunque) ma anche eccellenti strutture di apprendimento per migliorare la comprensione della materia. L’ambiente di apprendimento è caratterizzato da tre componenti importanti:
- le risorse umane (studenti e insegnanti)
- gli stati mentali (relazioni reciproche)
- l’ambiente circostante (luoghi di istituzioni educative, impostazioni e disposizioni metodologiche per l’apprendimento e l’insegnamento).
Qui, in questa triplicità, sta la grande novità e sta la grande scommessa culturale, pedagogica e metodologica. Saperli coniugare, come fanno alcuni docenti, è forza per la scuola.
Attività con la metodologia della “Peer education” all’I.C. “Renato Guttuso” di Carini (Pa)
Attività con la metodologia della Peer education che ha caratterizzato la giornata del 21 novembre in occasione della “Giornata Nazionale degli alberi/ Festa dell’albero” all’Istituto Comprensivo Renato Guttuso di Carini guidato dalla DS Valeria La Paglia. Giornata nella quale gli studenti di due diversi ordini di scuola, in una eccellente scelta di continuità, hanno piantato degli ulivi. Il progetto è stato scandito dalle seguenti attività significativi:
- L’importanza degli alberi per la salute dell’ambiente;
- Lettura del testo “L’uomo che piantava gli alberi” di Jean Giono e riflessioni;
- Indovinelli sulla natura e le piante;
- Messa a dimora di due alberelli di ulivo la cui gestione è stata presa in carico dagli alunni della secondaria. Gli alberelli verranno riconsegnati ai bambini della primaria all’inizio del prossimo anno scolastico, a settembre 2023 (Attività di continuità);
- Momento conclusivo: gli alunni hanno liberato le loro emozioni scrivendo una parola e/o frase su un cartellone appositamente predisposto dalle docenti (“Cosa mi porto da questa esperienza”);
- Esecuzione corale della canzone di Sergio Endrigo “Ci vuole un fiore”;
Agli alunni della scuola primaria sono stati regalati cruci puzzle e cruciverba con la terminologia specifica riferita agli alberi. Una vera grande sperimentazione cui ha creduto e crede la preside Valeria La Paglia che sull’innovazione metodologica ha investito e investe parecchio.
Un’UdA per la Secondaria di I grado: “L’odore delle felci nel bosco: esplorare, scoprire, conoscere e amare”
Di particolare interesse l’UdA per la Secondaria di I grado dal titolo “L’odore delle felci nel bosco: esplorare, scoprire, conoscere e amare” elaborata dagli alunni dell’Istituto Comprensivo De Zerbi-Milone di Palmi (Rc) che alleghiamo come esempio di buona pratica.