Urina fuori dal bagno di un liceo, la preside sospende tutti gli studenti maschi in mancanza di un colpevole. I genitori fanno ricorso al Tar: accolto. SENTENZA

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La preside trovò urina fuori dai bagni del liceo (in una città della Campania) e, senza un colpevole, decise per la sospensione di un giorno – con obbligo di presenza – di tutti gli studenti di sesso maschile delle dieci classi sospettate (circa 90) perché ubicate al più basso dei livelli dell’edificio

I genitori, però, si sono opposti e hanno fatto ricorso al Tar. I giudici amministrativi hanno annullato tutto e hanno bloccato il provvedimento.  Per i magistrati il provvedimento è illegittimo perché “viziato da incompetenza”: a provvedere, eventualmente, alla sospensione è il Consiglio di Classe.

I fatti

Il 2 marzo dello scorso anno, ricostruisce il Corriere della Sera, uno studente ha commesso un gesto irrispettoso urinando a terra davanti al bagno durante l’ora di lezione. La preside ha condannato questo comportamento come deprecabile e ha cercato di identificare il responsabile per una punizione esemplare. Tuttavia, l’omertà degli studenti presenti ha reso difficile la determinazione del colpevole.

In seguito, la preside ha deciso di rispondere con una punizione coletiva sospendendo tutti gli studenti maschi del piano scolastico in questione: “La mia è una punizione contro l’indifferenza di chi ha visto quell’urina a terra e non si è preoccupato di segnalarla, l’omertà di chi può sapere chi è stato il responsabile e non vuole denunciare”.

Questa decisione ha sollevato preoccupazioni tra i genitori degli studenti che non avevano alcuna responsabilità riguardo l’accaduto e temevano che questa nota in condotta avrebbe influito sulla media scolastica dei loro figli.

I genitori hanno quindi deciso di appellarsi al Tar che ha dato ragione ai ricorrenti.

SENTENZA

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