“Uno studente non è riassumibile in un voto”, lo scrittore Di Paolo critica il ritorno al voto sintetico: “Ansia da valutazione, i ragazzi non sono numeri”

Lo scorso 10 gennaio, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato un’ordinanza che introduce importanti cambiamenti nelle valutazioni degli studenti della scuola primaria.
A partire da quest’anno scolastico, le pagelle di fine anno non conterranno più i giudizi descrittivi utilizzati negli ultimi anni, ma torneranno a esprimere una valutazione sintetica, con voti come “ottimo”, “distinto”, “buono”, “discreto”, “sufficiente” e “non sufficiente”. L’obiettivo dichiarato del Ministro è quello di “rafforzare la responsabilità dell’alunno ed il rispetto delle regole”, puntando su una maggiore trasparenza nella comunicazione con le famiglie.
L’ordinanza segna un ritorno al passato, abbandonando la valutazione descrittiva che si era affermata negli ultimi anni con l’intento di fornire un quadro più completo e articolato del percorso di apprendimento di ciascun alunno.
Il dibattito sulle valutazioni: tra trasparenza e ansia da prestazione
La decisione del Ministro Valditara ha aperto un acceso dibattito nel mondo della scuola. Da un lato, si sottolinea l’importanza di una maggiore chiarezza nelle valutazioni, in modo che le famiglie possano comprendere facilmente il livello di apprendimento dei propri figli. Dall’altro, si esprimono preoccupazioni riguardo al rischio di semplificare eccessivamente il processo di valutazione, riducendolo a un mero giudizio sintetico. Come ha sottolineato lo scrittore e docente Paolo Di Paolo, intervenuto a Unomattina su Rai 1, “il rischio è sempre quello di non capire che è delicatissimo il momento del giudizio”.
Molti studenti, infatti, vivono le valutazioni con ansia, e la pressione per ottenere un buon voto può essere controproducente: “Le famiglie hanno bisogno di voti trasparenti, vogliono capire [… ] però il rischio è sempre quello di non capire che è delicatissimo il momento del giudizio, cioè oggi tra l’altro molti studenti e studentesse, anche un po’ più grandicelli della scuola primaria, lo vivono come un momento di grande ansia e questa ansia non riescono spesso a gestirla […] nessuno di noi ha la risposta in tasca, però sicuramente non è nemmeno facile dire che uno studente o la studentessa è riassumibile in un voto, questo voglio dire, ci tengo molto.”
Il voto in condotta
L’ordinanza introduce anche il voto in condotta numerico nella scuola media, espresso in decimi. Un’insufficienza in condotta, secondo quanto previsto, potrebbe comportare la bocciatura. Questa misura, volta a promuovere la disciplina e il rispetto delle regole, è anch’essa oggetto di discussione. Infine, i docenti dovranno adattarsi ai nuovi criteri di valutazione, modificando il proprio approccio e le modalità di comunicazione con le famiglie. Il continuo cambiamento delle riforme scolastiche richiede un costante aggiornamento da parte degli insegnanti, che si trovano a dover rivedere le proprie pratiche di insegnamento e valutazione. “È chiaro che se uno era abituato a scrivere in qualche riga, a fare un profilo dello studente e a un certo punto si ritrova a dire discreto, sufficiente, non sufficiente, beh insomma cambia lo spirito con cui lo fai, quindi cambia proprio il profilo.”
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