Università, meno fuoricorso e voti più alti rispetto al 2012, ma ancora pochi docenti e troppo anziani. Lo studio di Mediobanca

L’Università italiana è a un bivio. Da un lato, la crisi demografica e la scarsa attrattività internazionale minacciano di far crollare il numero di laureati, con gravi conseguenze per l’economia del Paese. Dall’altro, la crescita delle università telematiche e l’aumento dei corsi Stem offrono nuove opportunità per la formazione del futuro.
Il divario Nord-Sud si aggrava. Lo studio di Mediobanca evidenzia come il Sud sia la zona più colpita dalla crisi dell’Università. Meno attrattiva per gli studenti stranieri e con un’offerta formativa limitata, il Mezzogiorno vede calare il numero di iscritti e aumentare la fuga verso le università del Nord. Il tempo medio per raggiungere la sede degli studi nel Sud è di oltre 150 minuti, quasi il doppio della media italiana, e la ricettività degli studentati è modesta: solo un letto ogni 9 studenti fuori sede.
Pochi fondi e docenti anziani. L’Italia investe solo l’1% del Pil per la formazione universitaria, contro l’1,3% medio dell’Ue. Questo si traduce in una carenza di fondi per le università, che si traduce in:
- Strutture obsolete
- Mancanza di personale
- Scarsi servizi per gli studenti
L’età media dei docenti è di 50 anni e solo il 41,3% è donna. Il rapporto tra studenti e docenti di ruolo è del 14,3% più alto rispetto alla media Ue, con un professore ogni 28,5 studenti.
Qualche spiraglio di luce
Non mancano segnali di miglioramento: il 77% degli iscritti è in corso e il voto medio di uscita è in aumento. Crescono anche i corsi Stem (35% del totale), a dimostrazione di una maggiore attenzione alle discipline scientifiche.
Serve una svolta
Per invertire la rotta, è necessario un cambio di passo. L’Italia investe solo l’1% del Pil per l’Università, contro l’1,3% medio dell’Ue. Servono più fondi per aumentare il numero di docenti, migliorare le infrastrutture e l’attrattività degli atenei, soprattutto nel Mezzogiorno. Il futuro del Paese dipende da una formazione di qualità, accessibile a tutti e in grado di competere a livello internazionale.