Università, Bernini: “Ecco il mio piano per contrastare la fuga dei cervelli all’estero”

Le valigie dei laureati e ricercatori italiani sono piene di idee e progetti, titoli accademici e preparazione, ma troppo spesso vengono portate all’estero. Questa fuga di cervelli è un fenomeno in atto da anni, che necessita di un intervento deciso.
Anna Maria Bernini, Ministra dell’Università e della Ricerca, si sta mobilitando per contrastare tale fenomeno. A Il Messaggero ha annunciato un viaggio in Israele allo scopo di stringere accordi che valorizzino i progetti universitari italiani, e aprire nuovi orizzonti internazionali alla ricerca italiana.
Il potenziale italiano è enorme, con competenze umane e tecniche che possono contribuire significativamente a vari ambiti scientifici. L’attenzione si concentra su settori come le terapie geniche, il supercalcolo e le tecnologie quantistiche, l’agritech e la biodiversità.
Il progetto Einstein Telescope, che l’Italia è candidata a ospitare, rappresenta un’opportunità di eccellenza mondiale. Questa infrastruttura avrà un impatto significativo sulla ricerca scientifica e offrirà sviluppi tecnologici finora inimmaginabili.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha permesso un aumento del 10% dei ricercatori, con l’assunzione di 4mila nuovi professionisti. L’obiettivo è di mantenere questo ritmo anche dopo il 2026. Sono state stanziate risorse per finanziare 18.770 borse di dottorato per il biennio 2023-2024. L’obiettivo è di rispondere al fabbisogno delle imprese di professionalità altamente qualificate e specializzate.
Per combattere la fuga di cervelli, il governo italiano sta adottando misure incentivate, come l’aumento dei compensi dei ricercatori fino al 30% se decidono di investire in Italia i finanziamenti ricevuti per progetti di ricerca.
Oltre a ciò, la Ministra Bernini ha menzionato il welfare integrativo e una maggiore capacità di spesa per atenei ed enti di ricerca. Questo include anche la possibilità di contratti di ricerca incentivati da finanziamenti PNRR o bandi competitivi.
Infine, la ricerca italiana sta cercando di creare sinergie con il settore privato. Il PNRR ha introdotto dottorati “innovativi” co-finanziati dallo Stato e dalle imprese, insieme a incentivi fiscali per l’assunzione di ricercatori con dottorato in azienda. Questo è solo l’inizio di un percorso rivolto a fare dell’Italia un hub dell’innovazione e della ricerca.