“Una piazza per l’Europa” a Roma, attese 15.000 persone. Presenti leader politici e intellettuali

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Sono attese 15.000 persone oggi pomeriggio in piazza del Popolo a Roma, per la manifestazione “Una piazza per l’Europa”, indetta dal giornalista di Repubblica, Michele Serra. Nessuna bandiera politica, ma soltanto il blu stellato dell’Unione europea, insieme alle bandiere della pace e dell’Ucraina, sono pronte a sventolare nel centro della capitale.

L’appello di Serra è stato accolto dai sindaci di 14 città, per ribadire il bisogno di unità, e riaffermare i valori fondanti dell’Unione Europea, in un momento di grandi cambiamenti globali.

Hanno aderito associazioni, sindacati, e organizzazioni, come Cgil, Cisl, Uil, Anpi, Comunità di Sant’Egidio, Agesci, Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace, Legacoop; intellettuali, personaggi dello spettacolo e della cultura, come Roberto Vecchioni, Luciana Littizzetto, Claudio Bisio, Antonio Albanese, Luca Bizzarri, Jovanotti, Corrado Augias, Daniel Pennac.

Spiccano i nomi dei senatori a vita, Luciana Segre, Renzo Piano, ed Elena Cattaneo. Parteciperanno i leader politici del PD, la segretaria Elly Schlein, Carlo Calenda (Azione), Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli (Avs), Matteo Renzi (Italia Viva), Riccardo Maggi (+Europa). Nessun partito di maggioranza ha dato la propria adesione. Grande assente Giuseppe Conte, leader M5S, che ha criticato la presunta ambiguità dell’Europa sul tema del riarmo. Anche Potere al Popolo ha organizzato una contro-manifestazione, per contestare quella che ha definito “l’Europa che si riarma”.

L’iniziativa ruota attorno ai concetti di pace, unità e futuro, e sarà un termometro sul dibattito dell’Europa in Italia, in seguito alla scelta del riarmo fatto da Ursula von der Leyen.

Nei giorni scorsi, i leader Fratoianni (Avs) e Conte (M5S) hanno criticato la decisione della presidente della Commissione Europea, Von der Leyen, di investire 800 miliardi di euro in spese militari nazionali, derogando al Patto di Stabilità. Entrambi i leader politici hanno richiamato alla necessità piuttosto di investire nei settori della sanità, del welfare, e della scuola.

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