Una casella di posta anonima per le segnalazioni e un “team antibullismo” per prevenire e combattere il fenomeno. INTERVISTA al Dirigente Angelo Prontera

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Una casella di posta anonima con la quale gli studenti possono segnalare alla propria scuola gli eventuali episodi di bullismo di cui dovessero essere vittime. Nata da un’idea degli insegnanti che compongono il team antibullismo dell’Istituto tecnico e agrario Luigi Einaudi e IC Don Boscodi Manduria, in Puglia, l’iniziativa, già avviata in modalità simili e con successo in altri istituti italiani, si inserisce tra i progetti sulla prevenzione del bullismo e del cyberbullismo avviati presso l’istituto pugliese ed è stata apprezzata e fatta propria con entusiasmo dal dirigente scolastico Angelo Prontera.

Per coincidenza il progetto parte proprio in contemporanea con la quinta edizione della campagna di comunicazione del Dipartimento per le Politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri, lanciata con lo slogan Contro il cyberbullismo insieme”, volta a sensibilizzare ed informare genitori, famiglie e adulti di riferimento sul fenomeno del cyberbullismo tra i giovani, al fine di contrastarlo. Segno che il problema esiste, ed è concreto, anche se non è certo nuovo, come tiene a sottolineare Prontera. L’idea, nata tra gli insegnanti della scuola pugliese nasce dalla convinzione che molto spesso gli alunni e le alunne vittime di atti di bullismo, di esclusione e di emarginazione non trovano il coraggio di denunciare, né di confidarsi con gli adulti di riferimento. Per senso di vergogna o di paura, oppure per semplice quieto vivere, il più delle volte si lasciano correre episodi che fanno male. E invece occorre reagire il più precocemente possibile per evitare che il fenomeno attecchisca sia ai danni delle singole persone fatte oggetto di vessazioni, sia all’interno degli istituti, complice sovente l’indifferenza dei compagni e di quella che il preside Prontera definisce la zona grigia: cioè persone che non sono bulli, né complici dei bulli, ma che assistono agli episodi senza però intervenire a difesa di chi sia stato preso di mira.

L’installazione della casella di posta consentirà agli interessati di segnalare in maniera anonima, attraverso la modulistica Google, episodi di bullismo che coinvolgano sé stessi o compagni. Le segnalazioni verranno poi gestite e studiate dagli insegnanti facenti parte del team antibullismo unitamente a esperti del settore. L’intenzione è quella di fornire a quel punto il supporto necessario e dovuto alle eventuali vittime del fenomeno e di instaurare una relazione educativa efficace con la “controparte”, che quasi sempre è a propria volta vittima di condotte asociali. In ogni caso, sempre nelle intenzioni degli ideatori, lo strumento rappresenterà una sorta di termometro di quel che succede a scuola, utile per scoprire in maniera precoce le situazioni. Di sicuro contribuirà, come succede con tutti gli strumenti di prevenzione, a garantire una maggiore serenità alle famiglie e alla stessa comunità scolastica. “Con questa iniziativa – ha spiegato Prontera al cronista del Quotidiano di Taranto – speriamo di dare ai ragazzi un’opportunità in più per farsi sentire, anche quando non trovano il coraggio di parlare apertamente. Abbiamo il dovere di tutelare la loro serenità e il loro benessere. Perché una scuola inclusiva è una scuola che educa al rispetto e alla solidarietà”.

Angelo Prontera dirige l’Istituto tecnico e agrario Einaudi da settembre scorso e, per il secondo anno, è pure reggente dell’Istituto Don Bosco, che comprende la scuola dell’infanzia, la primaria e la secondaria di primo grado, sempre a Manduria, un comune di circa 30.000 abitanti, famoso in tutta Italia tra le altre cose, per i suoi vigneti di Rosso Primitivo. All’Einaudi, che conta 104 docenti, convergono anche tanti studenti che provengono dal territorio circostante. Abbiamo raggiunto il preside per una breve intervista.

Dirigente Angelo Prontera, come nasce questa idea?

“E’ un’idea che mi è stata proposta dai docenti referenti per il bullismo e il cyberbullismo della scuola che dirigo. E’ stata una loro idea, che io ho subito accolto e condiviso perché mi è sembrata un’ottima iniziativa. E’ una sorta di Telefono azzurro per i nostri studenti che dovessero avvertire il bisogno di segnalare episodi di bullismo e di esclusione”.

E’ un problema che esiste nella sua scuola?

“Da quando dirigo questa scuola non ho avuto sentore del fenomeno. Diciamo che si tratta di un’idea termometro, utile per comprendere se esista o meno il fenomeno, per capire qual è lo stato dell’arte della nostra scuola sul tema e per fornire uno strumento alle famiglie qualora notassero un principio di esclusione dei propri figli, in modo da intervenire precocemente”.

E’ importante intervenire presto

“E’ importantissimo. Se i fenomeni cronicizzano, poi diventa difficile intervenire. Tutte le volte in cui nelle dinamiche di gruppo si verificano fenomeni di esclusione che non emergono in presenza del docente diventa più difficile adoperarsi. Quando i casi di bullismo sono conclamati è chiaro che si debba intervenire diversamente. Lo strumento in questione ha invece il compito di fare prevenzione come un termometro della situazione, come dicevo prima”

Nella pratica che cosa succede con la vostra iniziativa?

“Questi episodi verranno valutati da un team, denominato Team antibullismo, di cui ogni scuola di norma deve peraltro dotarsi. Il gruppo lavorerà sulla relazione e sulle dinamiche dell’inclusione considerando che il bullo è a sua volta una vittima. Se il fenomeno è conclamato occorre agire su due fronti, su quello della prevenzione e dell’ascolto e su quello della sanzione. C’è poi un terzo attore che entra in gioco e sono gli spettatori che guardano e che non fanno nulla, cioè il resto della classe che assiste, che non prende parte ma che non fa nulla per difendere il compagno o la compagna. Il bullo trae forza proprio da lì”.

Capita spesso che gli studenti che assistono agli episodi magari li riprendono e poi li mettono in rete.

“No, in quei casi il bullismo è già conclamato e quelli sono veri e propri complici del bullo, non la zona grigia che potrebbe fare qualcosa e invece non fa nulla o si limita farsi una risata”.

Cosa vi aspettate adesso?

“Per ora vogliamo sperimentare questo strumento che abbiamo attivato da appena pochi giorni. Lo monitoreremo, dopodiché faremo un bilancio. Comunque il fenomeno del bullismo non è un fenomeno nuovo. Il fatto che se ne parli e che a maggio scorso sia stata introdotta un’altra legge che ha modificato quella precedente non significa che il fenomeno sia nuovo. Anzi, è un fenomeno antico, pensiamo solo al nonnismo che c’era nelle caserme e la stessa letteratura ci ricorda il bullismo, ad esempio con l’alunno Franti, il bulletto del libro Cuore”.

Come giudica le accuse di chi sostiene che gli insegnanti talvolta sottovalutano certi episodi?

“Non è così. Gli insegnanti sono delle sentinelle, fanno il possibile. A scuola difficilmente sfuggono certe dinamiche”.

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