Un quiz da show televisivo per stabilire chi è il migliore insegnante. Lettera

inviata da Alfonso D’Antonio – Signora Ministro, sono un Insegnante di Elettrotecnica ed Elettronica precario da sette anni.
Ho avuto la fortuna, contrariamente a molti dei miei colleghi, di insegnare sempre nello stesso Istituto e di essere stato sempre molto apprezzato sia dagli studenti che dai colleghi.
Ci troviamo, ora, a vivere una situazione storica che nessuno di noi si sarebbe mai aspettato di fronteggiare eppure non ci siamo sottratti al nostro dovere; si dovere.
Insegnare è un dovere, è una missione, insegnare è avere a cuore il bene delle future generazioni ed essere responsabili di quello che diventeranno domani quando si immetteranno nel mondo del lavoro.
In questa situazione emergenziale, nessuno di noi si è tirato indietro: a nostre spese, ci siamo muniti degli strumenti informatici idonei per stare vicini ai nostri alunni ed a continuare a svolgere, sebbene senza qualche complicazione, la nostra missione nel miglior modo possibile.
In questa situazione, Lei ora ci chiede di affrontare un concorso a quiz, come nei migliori show televisivi, per poter stabilire chi di noi è un buon insegnante.
Le domando: è così che si sceglie un buon insegnante? Non le sembra, invece, che anni ed anni di precariato abbiano già definito chi noi siamo e cosa siamo in grado di fare?
Dal mio punto di vista vedo tutto ciò suona come l’ennesima umiliazione nei nostri confronti.
Aggiungendo ancora che la situazione epidemiologica non è chiara e che molti di noi si troveranno a dover scegliere se partecipare ad un concorso per tentare la fortuna o salvaguardare la salute propria e dei propri cari.
Spero che prevalga il buon senso e, qualunque cosa succeda, viva la Scuola Italiana!