Un oro olimpico come un titolo accademico o professionale: deve avere lo stesso valore nei concorsi pubblici. La proposta di legge della Lega

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Un nuovo capitolo potrebbe essere scritto nella normativa riguardo ai concorsi pubblici. Non saranno più solo i titoli accademici e scientifici a fare la differenza, ma anche le medaglie vinte su campi di gara olimpici e mondiali potrebbero presto avere un peso. Una proposta di legge, appena presentata alla Camera dei Deputati, mira a introdurre questa significativa novità.

La proposta di legge denominata Disposizioni per il riconoscimento dei titoli sportivi nei concorsi pubblici”, portata avanti dal deputato leghista Gianpiero Zinzi, punta a valorizzare le imprese sportive di rilievo internazionale.

Zinzi sottolinea che una medaglia, oltre a essere un simbolo di prestigio nazionale, dovrebbe essere equiparata a un titolo accademico o professionale durante i concorsi per l’assunzione pubblica.

La proposta prevede un sistema di punteggio aggiuntivo per i medagliati olimpici e mondiali. Una medaglia d’oro olimpica, ad esempio, potrebbe valere quanto un’abilitazione professionale, con un punteggio di 12 punti. Le medaglie d’argento e di bronzo avrebbero un valore paragonabile rispettivamente a una pubblicazione scientifica e a un “stato di servizio qualificato ottimo”, con punteggi di 8 e 5 punti. Anche le medaglie d’oro mondiali sarebbero valutate, equiparandole a un bronzo olimpico.

L’iniziativa legislativa appare come un riconoscimento del duro lavoro e dell’eccellenza sportiva, fornendo ai medagliati una sorta di vantaggio competitivo nei concorsi pubblici. È un modo per valorizzare e incentivare l’impegno atletico, ponendo l’Italia in una posizione di avanguardia nel riconoscimento del merito sportivo. Un provvedimento che, una volta varato, farà sicuramente discutere.

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