Un miliardo per aiutare i genitori: il governo punta a togliere il vincolo dei 21 anni per assegno unico. Fondi per chi sostiene le spese universitarie dei figli

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Sono i giorni decisivi per la realizzazione del testo della Legge di Bilancio. Il governo vuole intervenire, soprattutto sul tema della natalità specialmente alla luce dei dati recenti forniti dall’Istat.

La diminuzione costante delle nascite è ora una preoccupazione centrale per il governo, che è pronto a invertire questa tendenza attraverso una manovra da 1 miliardo destinata alle famiglie. Come segnala Il Sole 24 Ore, la mossa è vista come un tentativo di avviare misure che possano portare un cambiamento significativo in una situazione che vede il tasso di nascite scendere al 10,2% rispetto al periodo pre-Covid.

La proposta di un assegno unico potenziato è una delle misure al vaglio, con un focus particolare sul supporto alle famiglie con almeno tre figli. Attualmente, le famiglie ricevono un incremento del 50% dell’assegno per i figli sotto un anno di età, e un assegno più ricco per le famiglie con quattro figli. Un’attenzione particolare è rivolta verso la cancellazione del vincolo dell’assegno al compimento dei 21 anni, una mossa che potrebbe portare un sollievo significativo alle famiglie che sostengono le spese per l’istruzione universitaria e post universitaria dei figli.

Un’altra misura in discussione riguarda la reintroduzione delle detrazioni per i nuclei familiari, una strategia che aveva trovato consenso durante la scorsa primavera. Tuttavia, l’idea di affiancare una detrazione crescente in base al numero dei figli a carico all’assegno unico presenta delle sfide, soprattutto quando si tratta di risorse disponibili.

Infine, c’è l’ipotesi di una sperimentazione del quoziente familiare, introdotto per ora solo per il superbonus per le villette. Questo sistema di calcolo valorizza i familiari a carico, proponendo un’agevolazione del 90% per un reddito complessivo familiare non superiore a 15mila euro.

La logica che sottende queste misure è quella di potenziare il più possibile le misure a favore della genitorialità e della sostenibilità economica delle famiglie, in un momento critico per la demografia. Con una popolazione in cui gli over 65 rappresenteranno il 34,5% e i giovani fino a 14 anni solo l’11,2% entro il 2050, il governo è chiamato a rispondere con azioni concrete.

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