Un fiore all’occhiello della valutazione scolastica: il voto di consiglio. Lettera

WhatsApp
Telegram

Inviata da Giuseppe D’Angelo – Non esiste più alta forma di “democrazia docimologica”, se così possiamo dire, del voto di consiglio. Si tratta ormai di una prassi, e quindi una sorta di automatismo, che in sede di scrutinio finale permette di “appianare” diverse disomogeneità formative del percorso annuale di molti studenti.

Gli effetti sembrano miracolosi perché là dove non riesce la specifica azione didattica del docente della disciplina, là dove non riesce la tecnologia, profusa in tutte le salse a scuola e fuori, volta a veicolare qualsiasi concetto semplice o complesso che possa essere, là dove falliscono i corsi di recupero e i vari progetti formativi realizzati a scuola per colmare lacune formative in più discipline o fornire approfondimenti disciplinari, ecco che la seduta consiliare (quasi qualcosa di spiritico!) riesce a sanare il tutto e giustificare la trasformazione delle insufficienze, tramutate in sufficienze, inserendo nel verbale la semplice proposizione “per voto di consiglio“!

Eccellente lavoro docente e fulgido esempio di come applicare il principio dell’inclusione! Che bravo il Consiglio che ha saputo individuare tutti i motivi per i quali quei ragazzi presentavano carenze nelle varie discipline e trovato, per ognuno di essi, le metodologie didattiche atte a colmare le stesse (metodologie che andrebbero però elencate nel verbale per ciascun alunno aiutato, ma che in pratica non viene fatto!) in modo tale che l’anno scolastico successivo possa iniziare con le necessarie conoscenze! Bella immagine di collegialità quella appena descritta! Ma veramente viene fatto un tal lavoro da parte del Consiglio?

L’immagine descritta nasconde, in vero, una realtà ben diversa. Praticamente gli “aiuti” vengono così facilmente elargiti da essere interpretati come “regali” e quando i regali vengono ripetuti diventano dovuti, agli occhi dell’utenza. Così i tanto agognati frutti delle competenze acquisite vengono ottenuti solo da una minuta percentuale di alunni, già predisposti a ciò in modo per loro naturale.

Gli effetti socioculturali che il ministro Valditara ha ben evidenziato di recente in qualche trasmissione televisiva sono sotto gli occhi di tutta la disorientata società di cui facciamo parte. Ottimale la reazione riformista del ministro volta a potenziare le competenze mnemoniche, grammaticali e storico geografiche sin dalle elementari! Ma il signor ministro sa meglio di tutti noi che questa sua utile decisione non può bastare.

È persona molto intelligente ed ha già capito che la collegialità, applicata come nel caso del voto di consiglio, non permette di concludere la svolta riformista, già intrapresa, che riguarda la formazione scolastica, oggi tanto sofferente. Credo che bisogna meglio regolamentare la valutazione collegiale affinché non diventi un comodo lasciapassare che finisce per premiare lo scarso impegno di alcuni nostri ragazzi e ridurre sempre più la credibilità degli insegnanti.

WhatsApp
Telegram

Abilitazione all’insegnamento 30 CFU. Corsi Abilitanti online attivi! Università Dante Alighieri