“Un anno sabbatico ogni 5 anni per gli insegnanti”, la proposta per una scuola più innovativa: “Così si tornerebbe in classe con maggiore energia”

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Terry, docente di sostegno in un liceo di Bari, in un’intervista a La Stampa, offre una prospettiva diversa sul tema dell’età degli insegnanti. Dopo anni dedicati alla cultura e allo spettacolo, è tornata all’insegnamento durante la pandemia, spinta dal desiderio di contribuire in un momento difficile.

Per lei, la questione non è l’età anagrafica, ma la qualità del lavoro, un lavoro “usurante e impegnativo” che richiede un grande investimento fisico, emotivo e psicologico. “Chi insegna da 30 anni senza interruzioni è come se avesse cresciuto figli piccoli per decenni”, afferma, sottolineando la responsabilità totale e continua che grava sugli insegnanti.

Oltre il pensionamento: la proposta di un anno sabbatico

La docente si sente ancora “fresca” grazie alla varietà delle sue esperienze lavorative e alla coltivazione di altri interessi. La sua proposta per migliorare la condizione degli insegnanti non riguarda il pensionamento anticipato, ma l’introduzione di un anno sabbatico ogni 5 anni, dedicato alla ricerca o al lavoro di staff. Un periodo di stacco dall’insegnamento che consentirebbe di tornare in classe con maggiore energia e motivazione.

Nuove opportunità per gli insegnanti

L’insegnante vede la scuola come un’azienda che deve affrontare sfide complesse, come l’orientamento e la dispersione scolastica. Poi propone quindi di offrire agli insegnanti la possibilità di dedicarsi a tempo pieno a progetti specifici, interrompendo temporaneamente l’attività didattica. Un’opportunità su base volontaria che permetterebbe di valorizzare le competenze del corpo docente e di contribuire in modo più efficace all’innovazione della scuola.

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