Umberto Galimberti: “Il cellulare è un problema educativo, così è un mezzo di controllo”

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Il filosofo Umberto Galimberti ha parlato del ruolo del cellulare nella società moderna durante un evento a Genova.

Secondo Galimberti, il cellulare è un grosso problema che ha cambiato il mondo. “Il cellulare ha cambiato il mondo, il computer, l’informatica, ha cambiato il mondo”, ha affermato. “Perché l’ha cambiato? Beh, innanzitutto i ragazzi hanno il cellulare, mi pare, a partire da quando hanno 4 o 5 anni, no?”

Galimberti ha sottolineato che il cellulare è diventato un mezzo di socializzazione, ma anche di controllo. “Se non glielo dà non è che lo priva di un mezzo tecnico, lo priva dalla socializzazione, perché se la socializzazione passa attraverso i telefonini tu lo privi della socializzazione”, ha spiegato.

Il filosofo ha anche parlato dei danni che il cellulare può causare alla salute mentale. “Sapete i danni che fanno i cellulari? Lo raccontavo prima discutendo con lei, bevendo un bicchiere di vino che mi aveva offerto gentilmente l’uomo del bar”, ha detto. “Io ho una persona cara, gli mando un messaggio, non risponde, gli mando un altro, non risponde, provo a fare un vocale, non risponde, mi agito, non sopporto più la distanza.”

Galimberti ha anche criticato l’uso eccessivo del cellulare e la dipendenza che può creare. “Regredisco allo stadio infantile, che quando la mamma esce dalla stanza mi metto a strillare”, ha detto. “No. Noi reggevamo benissimo la distanza, quando i telefoni ce n’era uno in tutta la casa appeso al muro, magari in duplex, per cui se telefonavo a quell’altro non potevamo telefonare noi.”

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