Uil Veneto: riapertura scuola non può essere assicurata senza aver stabilizzato precari entro il 1° settembre

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Uil Veneto – Il mese di settembre prevede la ripresa in presenza delle attività educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione del Nostro Paese

Tutti gli interventi straordinari che si rendessero necessari per assicurare la soluzione di criticità emerse in vista dell’avvio dell’anno scolastico, e che non siano già previsti, dovranno trovare adeguata copertura finanziaria.
La ripresa delle attività deve essere effettuata in un complesso equilibrio tra
• sicurezza, in termini di contenimento del rischio di contagio,
• benessere socio emotivo di studenti e lavoratori della scuola,
• qualità dei contesti e dei processi di apprendimento,
• rispetto dei diritti costituzionali alla salute e all’istruzione.

Da: “ Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione per l’anno scolastico 2020/2021”. – Decreto MI n. 39 del 26.6.2020-
Con queste premesse, per la ripresa della scuola in presenza e in sicurezza avremmo dovuto trovare impegni puntuali sia nel Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione (Piano Scuola 2020-2021) sia nei documenti del Tavolo regionale che, coordinato dal Direttore dell’USR, monitora le azioni delle Conferenze di servizio territoriali per rilevare eventuali livelli di criticità, con particolare riferimento a spazi, arredi, edilizia, al fine di individuare modalità, interventi e soluzioni che tengano conto delle risorse disponibili sul territorio in risposta ai bisogni espressi.
Serve in Veneto un protocollo di intesa per il rientro a scuola a settembre
che ora non c’è

Invece …

IL CTS PRESENTA LE MISURE PER LE SCUOLE: METRO STATICO E TEST SIEROLOGICI RAPIDI A TUTTO IL PERSONALE
LA REGIONE E L’USR DEL VENETO PROPONGONO UN MANUALE OPERATIVO

Il Cts ha confermato un metro dalle rime buccali e due metri dal docente, quando si muoveranno dovranno indossare la mascherina, Il metro statico, in ogni caso, non è una deroga all’attuale sistema di sicurezza che prevede 1,8 metri quadrati per alunno.

La prima parte del manuale operativo del Veneto fornisce una analisi dello stato delle strutture scolastiche nel Veneto e nel rispetto delle linee guida nazionali propone soluzioni.

C’è preoccupazione, il manuale operativo proposto in Veneto nella seconda e terza parte viene emanato “in difesa”, cercando di fare prima, di fare meglio. Siamo al paradosso che il risultato, nonostante i buoni propositi, rischia di essere peggiore.

Le misure funzioneranno se ci sarà un fattore fondamentale a supportarle: un clima positivo nelle scuole. Clima che ora non c’è.

Il tema centrale resta quello del personale: non possiamo permetterci di aprire le scuole e non avere gli insegnanti nelle classi e il personale ATA negli istituti, perché la scuola riparta in sicurezza ha bisogno degli organici adeguati, è già tardi, il ministro oltre ad annunciare fantomatici aumenti di personale, autorizzi nel più breve tempo possibile i direttori generali ad adeguare gli organici e a provvedere alla loro assunzione.

Attualmente in Veneto circa il 20% dei lavoratori della scuola del Veneto ha un contratto precario, a settembre si potrebbe superare il 25%.
Vogliamo continuare a ribadire che serve un provvedimento legislativo che consenta di avere a scuola questo personale al 1 settembre 2020. Vuole dire avere un progetto e un programma per la ripartenza .

Serve un patto per la scuola che non può permettersi un corto circuito, nella sua delicatezza è una delle funzioni fondamentali dello stato.
Le persone della scuola sono persone che collaborano, sono pronte a fare insieme, ma vanno rassicurate e motivate: si devono sentire parte del progetto e non numeri da comporre.

Non ci si può sottrarre alle regole della scienza. Serve un’educazione per metterle in pratica a scuola.

E ci vuole la responsabilità delle istituzioni nazionali e regionali.
Non vogliamo immaginare quello che è facile accada: una circolare che parte dal ministero verso le direzioni regionali, che fanno un loro provvedimento che viene inviato ai presidi che fanno una circolare a scuola. Ognuno convinto di andare nella direzione giusta.
Come è stato fatto con gli esami di maturità, il sindacato ha preso delle responsabilità per consentire gli esami in presenza. In modo analogo serve un progetto che veda le persone coinvolte.
Non si può essere solo “informati”, bisogna trovare soluzioni. Decidere. Mettiamoci intorno a questo tavolo e troviamo una soluzione. Noi abbiamo il dovere di tutelare il personale e lo facciamo con il confronto intorno ad un tavolo dove si decide insieme. Abbiamo bisogno di continuità non di estemporaneità.

Il precariato non si risolve con i comunicati stampa. Ci vorranno due anni per svolgere i concorsi. Serve un provvedimento legislativo, che dia seguito a quanto stabilito dalla legge, per avere docenti, personale ATA, DSGA facenti funzioni stabilizzati, tutti in servizio al 1 settembre.
La questione centrale che la Scuola dovrà affrontare è contemperare il diritto alla salute, il diritto all’istruzione, il diritto al lavoro, evitando insostenibili scelte sbagliate.

Bisogna rimuovere ambiguità e incertezze, assegnare risorse umane ed economiche adeguate, dare spazio all’autonomia scolastica, agli OOCC, alla RSU, alla contrattazione, al confronto, all’informazione è quello che chiediamo per conseguire un obiettivo cui stiamo dedicando con determinazione il nostro impegno: riconsegnare la scuola veneta alla sua vera dimensione, con un ritorno all’attività in presenza in un clima di massima serenità.

Rientro a scuola, il manuale del Veneto: moduli da 40 a 50 minuti di lezione, cosa fanno i docenti in più, gli spazi [SCARICA IL TESTO]

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