UIL Campania: Mef autorizza 84.808 assunzioni docenti, ma su molte classi di concorso il Ministero non potrà fare nomine
La Uil Scuola Campania stigmatizza l’autorizzazione degli 84.808 posti da parte del MEF per le assunzioni 2020/21: ” i docenti ci sono, sono i precari che da anni fanno funzionare le scuole italiane statali. Tutti li vedono, il Ministro NO!”
Secondo la UIL Scuola Campania infatti non tutti gli 84.808 potranno essere coperti a causa della mancanza di aspiranti nelle graduatorie permanenti e di merito.
“A questo scopo – scrive l’organizzazione sindacale – bene ha fatto la nostra Segreteria Nazionale a rivendicare nell’incontro di ieri con l’amministrazione la possibilità che la compensazione avvenga prioritariamente tra le classi di concorso o posti dello stesso grado di istruzione e, in subordine, anche in altro ordine e grado.
È paradossale che, in una situazione di forte criticità come l’attuale, non si riesca ad effettuare tutte le nomine autorizzate per mancanza di aspiranti nelle graduatorie da cui si procederà all’immissione.”
La soluzione, secondo la UIL, era quella di procedere alla stabilizzazione di quei docenti con almeno tre anni di esperienza nella scuola statale grazie ad una graduatoria per titoli di servizio e culturali e un successivo colloquio da svolgersi al termine dell’anno di prova per la conferma o meno in ruolo.
La situazione in Campania: “vi sono graduatorie come quelle di matematica e fisica – A027- o matematica e scienze – A028 – e tante altre in cui mancano aspiranti sia nelle permanenti che nelle graduatorie di merito e quindi i posti autorizzati per quegli insegnamenti non saranno coperti nonostante l’autorizzazione del MEF.
Tanti posti sprecati e nel frattempo tanti docenti precari con anni e anni di servizio al loro attivo che a settembre occuperanno, ancora da precari, proprio quelle cattedre.”
“Concordiamo pienamente con la nostra Segreteria Nazionale – conclude UIL Scuola Campania – che rivendica un provvedimento legislativo che inverta le politiche neo liberiste di contenimento degli ultimi venti anni a favore di politiche di investimento che servono alla scuola e al paese e che richiama il Governo alle sue responsabilità se non vuole solo aprire le scuole, ma farle funzionare in presenza e in sicurezza. Ne va del futuro sociale ed
economico delle nuove generazioni.”