UE. Aumenta occupazione nel digitale + 100.000 unita anno, ma c’è bisogno di più formazione professionale

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red – Borsa, spread, debito pubblico: c’è crisi, i posti di lavoro scarseggiano, la disoccupazione giovanile è alle stelle. Ma c’è un settore nel quale ogni anno la richiesta di lavoro aumenta di circa 100 000 unità, ma il numero di nuovi laureati e di lavoratori qualificati non è sufficiente a coprire questo fabbisogno. Parliamo del settore TIC.

red – Borsa, spread, debito pubblico: c’è crisi, i posti di lavoro scarseggiano, la disoccupazione giovanile è alle stelle. Ma c’è un settore nel quale ogni anno la richiesta di lavoro aumenta di circa 100 000 unità, ma il numero di nuovi laureati e di lavoratori qualificati non è sufficiente a coprire questo fabbisogno. Parliamo del settore TIC.

Nel 2011 in Europa gli occupati nel settore delle TIC avevano raggiunto i 6,7 milioni, ossia il 3,1% del totale. Dal 2000 al 2010 tale forza lavoro è cresciuta a un ritmo annuo medio del 4,3%. Un nuovissimo studio (Empirica, marzo 2013), le cui cifre non sono state ancora pubblicate, indica che entro il 2015 si potrebbero creare in Europa fino a 864 000 posti di lavoro nel settore digitale, ma il calo dei laureati in discipline attinenti alle TIC e il pensionamento di una fascia di lavoratori occupati in questo settore rischiano di mettere a repentaglio le potenzialità di crescita dell’occupazione. 

Barroso ha dichiarato: "L’Europa non può permettersi di non sfruttare opportunità d’impiego così rilevanti" e presso Bruxelles i vicepresidenti Neelie Kroes (Agenda digitale) e Antonio Tajani (Industria e imprenditoria) e i Commissari László Andor (Occupazione, affari sociali e integrazione) e Androulla Vassiliou (Istruzione, cultura, multilinguismo e gioventù) hanno varato una Grande coalizione all’interno del processo promosso dalla Commissione per rendere l’Europa più competitiva.

In tutto ciò c’entra, anzi è centrale, l’istruzione, per la quale la Commissione ha sollecitato impegni in settori cruciali:

  • Formazione – per assicurare che le competenze acquisite dai cittadini siano effettivamente quelle delle quali le aziende hanno bisogno.
  • Mobilità – per aiutare chi è in possesso delle competenze necessarie a recarsi dove sono richieste ed evitare carenze o eccedenze nelle diverse aree urbane.
  • Certificazione – per rendere più facile certificare a un datore di lavoro le proprie competenze, in qualsiasi Stato membro.
  • Sensibilizzazione – perché i cittadini sappiano che il settore digitale offre possibilità di carriera gratificanti e ben retribuite sia agli uomini che alle donne.
  • Metodi didattici innovativi – per migliorare e ampliare i nostri sistemi educativi e formativi e offrire a sempre più persone le competenze necessarie ad inserirsi con successo nel mondo del lavoro.

Agli Stati membri l’UE rivolge anche l’invito ad un maggiore investimento per migliorare i sistemi d’istruzione e formazione professionali, in particolar modo nel settore delle TIC.

Inoltre, si prevede l’adozione entro l’estate dell’iniziativa congiunta di Androulla Vassiliou e Neelie Kroes “Opening up Education”, che mira a rendere più accessibile l’istruzione grazie a tecnologie e risorse educative aperte.

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