Tutti promossi: cui prodest? Riflessioni

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inviate dalla Prof.ssa Beatrice Giampiccolo –  Insegno Diritto nel biennio di un Istituto Tecnico e ho appena concluso la mia partecipazione agli scrutini di fine anno, svolti in un clima generale di grande stanchezza, di tensione, di sfiducia, di scoraggiamento.

So già che molti colleghi scriveranno o pubblicheranno sui social la loro riflessione avente contenuto simile alla mia, ma so pure che moltissimi altri rinunceranno a farlo per “lasciar perdere”, così come è avvenuto le tante volte in cui noi docenti avremmo dovuto condividere i problemi che viviamo nella scuola e “gridare” insieme.

Forse ci impediscono di farlo atavici motivi, comportamenti impressi nel DNA della classe docente che raramente si ribella, preferendo accettare anche il “non condivisibile”, pur di dare l’esempio di un’obbedienza che è spesso accondiscendenza stantia e nociva.

Nell’affermare quanto detto, critico me stessa, i sindacati e i tantissimi docenti che, negli scorsi mesi, seppur in un momento di grandissima difficoltà per il Paese, per le famiglie, per le singole persone, hanno tralasciato di chiedere chiarimenti sul “TUTTI PROMOSSI”, affermato inopinatamente e con incomprensibile anticipo dal Ministro; forse ci ha fermato il non credere che si avverasse “tout court” una tale assurdità che, lungi dal garantire uguale trattamento e (fittizia) parità di opportunità, tra STUDENTI e giovani che non hanno mai coniugato il verbo “studiare”, ha piuttosto mortificato la libertà di insegnamento, garantita dalla nostra esemplare Costituzione.

Nessuno mai potrebbe credere che si possa enucleare la valutazione del lavoro svolto durante l’anno scolastico, dall’attività complessiva del docente!

Durante questo buio periodo di emergenza sanitaria, tutte le componenti della Scuola, Dirigenti, Docenti, Funzioni Strumentali, Segreterie, si sono attivate per raggiungere alunni e famiglie, per ascoltarli e coglierne i bisogni, per cercare di risolverne i problemi connessi alla Didattica a distanza.

Molti studenti che non hanno voluto cavalcare l’onda del Covid 19, sono stati presenti alle lezioni online come hanno potuto, si sono aiutati l’un l’altro, hanno instaurato con i docenti rapporti nuovi, più intensi, leali e maturi, per camminare insieme verso la stessa meta, riuscendo a dare senso e sostegno alla fatica comune.

Gli altri, quelli trascinati alla classe successiva dall’O.M.16/05/2020, quelli che hanno rifiutato ostinatamente le possibilità offerte dalla scuola, quelli che nonostante i voti bassissimi sono “passati” incondizionatamente a frequentare la classe successiva, quelli – privi di ogni sapere propedeutico ai nuovi apprendimenti – disturberanno, annoiati, le lezioni.

E i Professori? Non si è voluto dare fiducia alla capacità dei docenti di capire e valutare opportunamente le singole situazioni e di portare avanti chi davvero non ha potuto conseguire risultati sufficienti in conseguenza dell’emergenza sanitaria.

Nella quasi totalità dei casi, chi è stato trascinato alla classe successiva, in forza dell’O.M. 16 maggio 2020, pur avendo riportato voti gravemente insufficienti, non è stato vittima della grave contingenza, non è meritevole di aiuto, ma è un somaro, un ignavo che è stato tale fin dal primo quadrimestre, uno che non capirà mai nulla di lealtà, di impegno, di resilienza. La Scuola non lo ha tutelato, ma lo ha diseducato per sempre, imponendo ai professori di non valutare e di accettare la mortificazione di un’indecorosa mistificazione.

CUI PRODEST? Hanno subìto tutti: i docenti e – a diverso titolo – tutti gli studenti.

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