Tutti (o quasi) pazzi per Paolo Crepet, lo psichiatra riempie i teatri di tutta Italia. Alcuni docenti: “Insegna a non delegare l’educazione dei figli”

Paolo Crepet continua a registrare il tutto esaurito nei teatri con i suoi spettacoli, come accaduto a Bari. Il pubblico, composto in gran parte da insegnanti e genitori, segue con attenzione i suoi monologhi, i libri e le interviste, attratto dalla capacità dello psichiatra di affrontare temi educativi con ironia, chiarezza e rigore scientifico.
Secondo le testimonianze raccolte, il successo di Crepet si fonda sulla sua abilità di proporre riflessioni profonde e risposte anche scomode, in un periodo in cui cresce la domanda di punti di riferimento autorevoli nel campo dell’educazione.
“Non delegare l’educazione”: il messaggio che conquista genitori e docenti
Tra le voci del pubblico, come segnala il Corriere della Sera, spiccano quelle di Liliana Camarda, dirigente scolastica in pensione, e Antonella Girolamo, insegnante di scuola primaria, che hanno seguito Crepet sia a teatro che attraverso i suoi libri. Liliana sottolinea il valore pedagogico delle sue proposte e la credibilità di chi “va in scena senza scaletta, perché ha già chiaro dentro sé quello che vuole dire”.
Un episodio emblematico riguarda la risposta data a una madre preoccupata per il cellulare del figlio: “Complimenti signora, lei mi ha appena detto che ha delegato l’educazione di suo figlio ai genitori degli amici di suo figlio”. Un messaggio che, secondo le due docenti, aiuta adulti e ragazzi a riflettere sul proprio ruolo e sulle responsabilità educative.
Tecnologia, IA e autonomia: le sfide per la scuola e la famiglia
Crepet invita a non essere “accomodanti” con figli e alunni, ma a stimolarli e lasciarli liberi di cercare la propria strada. Il suo concetto di adulti come “istruttori di volo” viene condiviso da molte famiglie e insegnanti, che riconoscono l’importanza di fornire strumenti e stimoli, senza sostituirsi ai giovani nelle scelte. Il rapporto con la tecnologia e l’Intelligenza Artificiale è un altro tema centrale: secondo le testimonianze, la facilità di accesso alle risposte tramite strumenti come ChatGPT rischia di ridurre la curiosità e la capacità di approfondimento dei ragazzi.
Educazione familiare e scolastica: responsabilità condivise e nuove sfide
L’educazione familiare e scolastica rappresenta uno dei pilastri fondamentali per la crescita equilibrata di bambini e ragazzi. Negli ultimi anni, il dibattito pubblico ha evidenziato come la collaborazione tra genitori e insegnanti sia sempre più centrale per affrontare le sfide educative contemporanee. La figura dell’adulto, sia in famiglia che a scuola, viene spesso descritta come quella di un “istruttore di volo”: il compito non è solo trasmettere conoscenze, ma fornire strumenti e stimoli che permettano ai giovani di sviluppare autonomia, senso critico e capacità di affrontare le difficoltà.
Autonomia e responsabilità: la chiave per la crescita
Secondo molti esperti, tra cui lo stesso Crepet, la tendenza a delegare l’educazione – sia da parte dei genitori verso la scuola, sia viceversa – rischia di creare confusione nei ragazzi e di indebolire il senso di responsabilità degli adulti. L’educazione efficace nasce invece da una sinergia tra le due agenzie formative, dove la famiglia trasmette valori, regole e affetto, mentre la scuola offre conoscenze, metodo e occasioni di confronto. Solo attraverso un dialogo costante e una visione condivisa degli obiettivi educativi è possibile accompagnare i giovani nella costruzione della propria identità.
Strategie per una collaborazione efficace
Per rafforzare la collaborazione tra scuola e famiglia, è fondamentale promuovere la comunicazione, la partecipazione attiva e il rispetto reciproco dei ruoli. Incontri periodici, progetti educativi condivisi e momenti di confronto possono aiutare a prevenire incomprensioni e a sostenere i ragazzi nei momenti di difficoltà. In questo contesto, la figura dell’adulto come “istruttore di volo” diventa un modello di riferimento: non si tratta di sostituirsi ai giovani nelle scelte, ma di guidarli, stimolarli e, quando necessario, lasciarli liberi di sperimentare e imparare dai propri errori. Solo così si può favorire una crescita autentica e responsabile, in grado di rispondere alle sfide della società contemporanea.