Nuovo DPCM, M5S e IV chiedono parziale rientro superiori il 14 dicembre. Regioni agiscono in ordine sparso. Gli ultimi aggiornamenti

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Tutti in classe dal 7 gennaio. Questo è l’orientamento prevalente nel governo, in vista del varo del nuovo dpcm con le misure anti contagio da Covid. Nel vertice di venerdì notte Conte e i capi delegazione non hanno preso una decisione finale: “La discussione sulla scuola è ancora aperta”, viene spiegato.

La maggioranza risulterebbe, infatti, spaccata. In particolare M5S e Iv sosterrebbero una riduzione graduale della didattica a distanza per gli studenti delle superiori già da dicembre, forse dal 14. La ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, si aspetta “un piano di organizzazione dei trasporti locali e dei servizi sanitari dedicati per la scuola che permetta di arrivare già dai primi giorni di dicembre a una forma di didattica quanto meno integrata per le scuole che adesso sono in dad al 100%”.

“La scuola è una priorità e il ritorno alla didattica in presenza un’urgenza educativa per i nostri ragazzi – aggiunge – L’ho detto più volte con Italia Viva. Non c’è tempo da perdere, ogni giorno di scuola in presenza è un giorno guadagnato per il futuro dei nostri ragazzi e vale tutto il nostro lavoro e il nostro impegno al governo”.

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Fonti dei diversi partiti di maggioranza confermano che i ragazzi delle superiori dovrebbero tornare in classe solo all’inizio del nuovo anno, mentre a dicembre proseguirebbe per loro la didattica a distanza anche nelle zone gialle.

Aprire a dicembre – è il ragionamento – vorrebbe dire portare i ragazzi in classe una o due settimane al massimo prima di richiudere a Natale: meglio fissare fin d’ora l’orizzonte di gennaio.

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Nelle scuole, intanto, sono stati consegnati 2.369.672 banchi e sedute innovative per garantire la sicurezza di studenti, insegnanti e personale non docente, fa sapere il commissario straordinario per l’emergenza covid-19, Domenico Arcuri, spiegando che “in poco più di due mesi, su richiesta del Ministero dell’Istruzione e sulla base dei fabbisogni espressi dai dirigenti scolastici, è stata portata a termine un’operazione senza precedenti”.

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I cambi di colore delle regioni con le ripercussioni sulla scuola

Il cambio di colore, per alcune regioni, ha delle ripercussioni anche sul fronte della scuola. L’ultimo Dpcm prevede infatti che la didattica sia in presenza per le scuole dell’infanzia, elementari e medie nelle zone gialle e arancioni mentre nelle zone rosse le scuole restano aperte solo per i bambini della scuola dell’infanzia, delle elementari e fino alla prima media compresa, tutti gli altri studiano a casa con la didattica a distanza.

Le regioni, però, si muovono in ordine sparso.

Lombardia“Da lunedì la scuola media verrà svolta in presenza”, ha annunciato il presidente della Lombardia Attilio Fontana.

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Piemonte – Di diverso avviso il governatore del Piemonte Alberto Cirio, che ha annunciato: “Ho riunito tutti gli epidemiologi e abbiamo deciso che per la seconda e terza media continuerà la didattica a distanza”. 

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Basilicata – Nella piccola regione meridionale, invece riaprono le scuole.

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Campania – Non riaprono le scuole in Campania. Il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, proroga fino al 7 dicembre il regime di didattica a distanza dalla seconda classe della scuola primaria.

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Sicilia – Scuole chiuse e didattica a distanza confermata pure nell’Isola dopo il “declassamento” da zona arancione a zona gialla.

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