Turi (Uil Scuola): “Ricostituire il potere d’acquisto delle retribuzioni ed escludere le spese per l’istruzione dal patto di stabilità”

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“Ad una grave crisi epidemiologica, ancora non pienamente superata, sta seguendo la deflagrazione del conflitto bellico. A seguito di questi eventi, la condizione economica e sociale flette paurosamente, situazione resa ancora più esplicita dal progressivo aumento del livello di inflazione che erode i salari (5%) e dall’allargamento del lavoro precario che ormai interessa sia i giovani che gli anziani. Ricostituire il potere d’acquisto delle retribuzioni e escludere le spese per l’istruzione dal patto di stabilità”.

E’ questa la proposta della Uil Scuola, lanciata dal segretario generale Pino Turi, per uscire dall’impasse contrattuale in cui si trova il personale della scuola.

Il Governo non ha ancora perfezionato i processi propedeutici all’apertura della trattativa per il rinnovo del contratto scuola – osserva Turi – un avvio che chiediamo sia immediato perché le risorse economiche previste nella legge di Bilancio (2,4 miliardi) vanno impegnate finalizzandole alla ricostituzione, peraltro parziale, del potere di acquisto delle retribuzioni che sono ferme da tre anni. Non si scorge nessun margine per uno scambio contrattuale che pure serve, ma con specifiche risorse finanziarie, attualmente inesistenti, per colmare la distanza che separa le retribuzioni dei lavoratori della scuola con gli altri dipendenti pubblici, riconoscendone le professionalità“.

La scuola sta mostrando tutta la sua capacità di reazione e di accoglienza – aggiunge il segretario Uil Scuola – occorre valorizzare e mettere in sicurezza l’intero sistema di istruzione pubblica nazionale. Lo chiediamo da tempo e torniamo a rinnovare la richiesta di togliere gli investimenti per la scuola dal Patto di Stabilità“.

In considerazione delle attuali gravissime contingenze la UIL ha chiesto il superamento delle politiche conservative di contenimento del debito dei paesi membri UE (Patto di Stabilità), e il rifinanziamento del Next Generation EU. E’ seguendo questa linea di intervento che gli investimenti destinati a scuola, università, ricerca e formazione possono essere esclusi dagli oneri del debito pubblico“, conclude Pino Turi.

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