Turi (Uil): Ministero s’impegna a fornire i dati sulla pandemia nelle scuole. Sappiamo quanti medici sono morti ma nulla sui docenti. INTERVISTA
Dopo un lungo incontro nella notte tra venerdì e sabato è arrivato l’accordo tra Ministero dell’Istruzione e Sindacati sul protocollo di sicurezza. Non firmano Anief e Anp, Gilda non ha partecipato alla trattativa, sottoscrivono le altre Organizzazioni sindacali. Intervista a Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola, che commenta le motivazioni della firma.
Dopo diverse tensioni sul green pass è arrivata la firma del protocollo di sicurezza. La Uil Scuola firma, quali sono le ragioni?
Abbiamo firmato perché abbiamo ottenuto risposte ai quattro punti che abbiamo posto.
Quali sono questi quattro punti?
Innanzitutto la conoscenza dei dati che sono la base per ragionare su qualunque progetto. I dati sono alla base per fare qualunque scelta, non come fatto finora con scelte alla carlona da parte del governo. Bisogna capire come l’epidemia si evolve nelle scuole.
Questa è una novità dopo il balletto dei numeri dello scorso anno. Nel testo si legge: “Il Ministero si impegna, secondo un principio di piena trasparenza e compatibilmente con la normativa in materia di privacy, a fornire i dati, in forma aggregata, di cui è in possesso relativamente alla situazione epidemiologica nel mondo della scuola“
Io sono stato querelato per aver detto che i dati e i numeri non si conoscevano. Dopo 18 mesi si continua così? Sappiamo quanti medici sono morti, quanti infermieri si sono ammalati, e non abbiamo un dato che riguardi i docenti, eppure ci sono molte vittime tra i docenti. Perché non si devono dare questi dati? Domanda retorica, evidentemente non sono dati su cui si ragiona. Ora c’è l’impegno a darceli in relazione ai dati del ministero della Salute, delle Regioni ed elaborare un monitoraggio nelle scuole.
Poi c’è l’aspetto del distanziamento attraverso il decongestionamento delle classi e quindi l’assunzione di docenti a tempo determinato per creare le condizioni del distanziamento. Quindi saranno assunti docenti e ATA.
C’è inoltre la tutela dei lavoratori fragili che ora sono stati dimenticati. Ci sono ancora centinaia di docenti e ATA che stanno recependo stipendi ridotti e rischiano il licenziamento.
Nel testo anche la novità sul fronte dei tamponi gratuiti?
La norma stessa prevede che a fianco al green pass si possa accedere in sicurezza con tampone negativo. Il problema è: perché il tampone se lo deve pagare il lavoratore? Abbiamo aperto un varco: ci sono delle risorse e tramite delle convenzioni con le Asl si possono pagare i tamponi ai lavoratori.
Un protocollo non può cambiare le leggi, può però creare degli elementi per attenuarli e gestirle nella maniera migliore. La norma sul green pass solo in Parlamento si può cambiare.
Ma sarà possibile avere dei tamponi gratuiti ogni 48 ore, così come previsto dal decreto riguardo il green pass?
E’ proprio quello che ci serve. Se non si hanno i dati, e non si sa quante persone in una data scuola sono vaccinate, facciamo un ragionamento ideologico. La maggior parte dei docenti è vaccinata, questo problema è relativo, marginale. E comunque sia si affronta scuola per scuola con le risorse che la scuola ha avito per garantire la sicurezza delle lezioni. La legge prevede che il lavoratore possa scegliere tra vaccino e tampone, siamo nell’ambito della legge e quindi, essendoci delle risorse, è giusto che si utilizzano. Questo è il risultato politicamente più rilevante: il lavoratore non deve avere i danni per motivazioni che non derivano da lui, deve pagare il datore di lavoro. Abbiamo affermato un principio. Ci sarà poi una circolare delle Risorse umane per i dirigenti scolastici.
Sottolineo che a noi non interessano i dati sulle vaccinazioni a livello nazionale ma scuola per scuola. Il problema potrebbe esserci in una scuola ma non in un’altra.
L’organico Covid resta confermato fino al 30 dicembre?
Ci sarà una programmazione immediata che durerà tutto l’anno. Se non bastano le risorse si andranno a cercare. Le risorse dello scorso anno, non utilizzate, potrebbero essere sufficienti per coprire tutto l’anno. Ma se non dovesse essere sufficiente, si vanno a reperire altre risorse per assumere sia docenti che ATA.