Troppo caldo a scuola, insegnante di educazione motoria sviene in classe. Studenti rimandati a casa in altri istituti
Il caldo ha messo a dura prova le scuole di Palermo e dintorni. Con temperature che superano i 30 gradi, la situazione nelle aule è diventata insostenibile.
Come segnala La Repubblica, ieri, una docente di educazione motoria di un istituto scolastico ha perso i sensi per l’alta temperatura. Il sindaco di Capaci, Pietro Puccio, ha reagito con un’ordinanza che dispone la chiusura delle scuole, seguendo un’allerta della protezione civile.
In altre aree come Balestrate e Trappeto, gli studenti sono stati mandati a casa due ore in anticipo. In un liceo linguistico di Palermo, le lezioni sono state interrotte non solo per il caldo, ma anche per l’insalubrità dei locali dovuta a fumi e cenere generati dagli incendi nel quartiere di Brancaccio.
In un altro istituto gli studenti hanno protestato richiedendo un orario ridotto. “Sei ore in aule piccole, fatiscenti e senza ventilazione sono intollerabili”, lamentano gli studenti. Gli unici climatizzatori dell’istituto si trovano nella presidenza e nell’aula informatica.
In alcuni licei, i presidi hanno optato per un’uscita anticipata alle 11. In un altro liceo, sono stati predisposti ventilatori e oscuranti per le finestre.
Chiaro è che il problema non può essere risolto solo con misure paliative. La situazione esige una risposta istituzionale che vada oltre le ordinanze temporanee e affronti le carenze strutturali delle scuole. Con il rientro a scuola fissato già dal 13 settembre e la persistenza delle alte temperature, la necessità di interventi a lungo termine diventa sempre più urgente. Le soluzioni provvisorie non sono più sufficienti e gli studenti richiedono un ambiente di apprendimento sicuro e confortevole.